Una battaglia legale contro Autostrade, la famiglia Benetton e i passati ministri che hanno sostenuto la concessione alla società controllata da Atlantia. Il governo gialloverde si prepara allo scontro, tirando dritto sull’ipotesi di rivedere tutte le convenzioni ed eventualmente di nazionalizzare dove c’è «un interesse pubblico». A partire proprio dalla concessione di Autostrade, nonostante il rischio di contenziosi miliardari e costi comunque non sostenibili per le casse dello Stato.

Entro «pochi giorni», spiega il vicepremier Luigi Di Maio, verrà presentato un esposto per danno erariale contro gli ex governi, a partire dal 1999 quando con Massimo D’Alema - a detta del ministro Danilo Toninelli - è iniziato «il business dell’asfalto per i privati, il grande banchetto».

La Lega non commenta

Su questa vicenda comunque è solo il Movimento 5 Stelle a esporsi quotidianamente con attacchi duri, guardando al passato e puntando il dito contro Autostrade e la politica degli ultimi vent’anni. Dalla Lega invece non arriva alcuna dichiarazione, se non la richiesta del sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi di «rinunciare a generare conflitti di carattere politico». È nota infatti la diversa posizione del Carroccio sul futuro delle concessioni: i leghisti - che negli ultimi vent’anni hanno comunque governato insieme a Forza Italia - preferirebbero riscrivere gli accordi anziché revocare e nazionalizzare. Una posizione ben più cauta.

Il tonfo a Piazza Affari

I ministri Di Maio e Toninelli continuano invece ad attaccare la famiglia Benetton senza remore, mentre il titolo di Atlantia registra la peggiore performance a Piazza Affari, perdendo il 3,15%. «La concessione di Autostrade ai Benetton è stata un regalo clamoroso. Fuori i prenditori dallo Stato. Chi stava al governo li ha sempre protetti», attacca Di Maio, chiedendo «ai Benetton di pubblicare i nomi di tutti i politici e tutti i giornali finanziati nel corso di questi anni». Venerdì intanto si riuniranno i consigli di amministrazione di Autostrade e Atlantia per approvare la relazione da inviare al governo che spieghi l’operato dell’azienda sulla manutenzione del ponte Morandi.

La ricostruzione

La tragedia di Genova impone però un’altra urgenza: la ricostruzione del ponte. Il ministro Toninelli ribadisce che non verrà ricostruito da Autostrade, che invece dovrà metterci i soldi: «L’azienda dovrà risarcire il danno sull’autostrada, quelli causati dal crollo, gli immani danni morali, civili che ha arrecato. Ma il ponte lo ricostruiamo noi». L’ipotesi al momento sarebbe quella di un intervento di Fincantieri insieme a Cassa depositi e prestiti, anche se nel caso in cui Autostrade venisse esclusa dalla costruzione servirebbe una gara pubblica e dunque altro tempo prima di far partire i lavori. Dopo lo scontro dei giorni scorsi, il commissario alla ricostruzione, il presidente della Liguria Giovanni Toti, spiega che «il governo ha tutto il diritto di ragionare su quello che crede», ma intanto per la ricostruzione potrebbe essere costituita un’associazione temporanea di imprese (Ati). Di certo finché la concessione ad Autostrade è in piedi i lavori spettano all’azienda.

Svelate le concessioni

Sul sito del ministero delle Infrastrutture sono state pubblicate tutte le 27 concessioni, che hanno una percentuale di remunerazione lorda tra il 9 e il 10%. Per Autostrade il rendimento lordo degli investimenti è del 10,21% e pari al 6,85% dopo le tasse, con un effetto - spiega l’azienda - dello 0,05% sulle tariffe. Per il quinquennio 2018-2022 la remunerazione scenderebbe al 7,61% lordo, il 5,4% al netto delle tasse. Oltre a queste spiccano le concessioni stipulate con il Gruppo Gavio che vede un rendimento lordo del 10,52% e netto del 7,16% per la Satap Tronco A4 (Torino-Milano), lordo del 10,77% e netto del 6,48% per la Milano-Serravalle e un lordo del 10,68% per la Torino-Alessandria-Piacenza. Al Gruppo Toto è garantita una remunerazione lorda del 9,71% per la Strada dei Parchi.

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