Roma è sì Città Eterna e le sue chiese sono davvero millenarie. Hanno resistito a mille calamità per secoli, eppure si scoprono fragili. E non soltanto oggi con il crollo del soffitto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami avvenuto nel primo pomeriggio ai Fori Romani nel cuore della Capitale fra il Colosseo e piazza Venezia.

A soffrire di qualche acciacco da tenere sotto osservazione ci sono altri luoghi di culto. E non da ora. Gli allarmi non mancano. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello lanciato a inizio luglio dai preti della basilica di Sant’Agnese fuori le mura, in via Nomentana, quartiere Trieste. Avevano denunciato la presenza di alcune crepe all’interno della chiesa paoleocristiana risalente alla prima metà del VII secolo. Fra le fratture più evidenti una che spacca a metà l’affresco di una croce all’ingresso. E un’altra nel Refettorio. Ferite forse provocate dai contraccolpi dell’intenso traffico di una delle arterie più battute della Capitale con migliaia di autoveicoli e mezzi pubblici che la percorrono ogni giorno sia in entrata che in uscita dalla città. O formate in seguito a qualche scossa di terremoto come quello che la scorsa primavera ha colpito le Marche con epicentro nell’Appennino maceratese. E che è stato avvertito anche a Roma.

Certo non tanto come il sisma dell’agosto di due anni fa che sconvolse il cuore del centro Italia fra Lazio, Umbria e Marche. Allora a finire sotto la lente dei controlli era stata la Basilica di San Paolo dove si erano venute a creare molte crepe, erano caduti dei cornicioni e si era staccato uno dei supporti di un grosso candelabro. Vigili e polizia erano accorsi anche nella chiesa di San Lorenzo per frammenti di calcinacci caduti da una delle due navate.

Sant’Ivo alla Sapienza, a un passo da piazza Navona, era stata chiusa a causa di alcune lesioni sulla cupola del Borromini. Il personale della Soprintendenza aveva riscontrato la riapertura di fessure preesistenti. Sotto osservazione era stata tenuta anche Santa Maria Maggiore, la chiesa tanto amata da Papa Francesco che va a salutare la Madonna ogni qual volta parte e rientra da un viaggio. In particolare a destare un po’ di preoccupazione era un muro crepato all’interno del museo.

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