«Anen da l’autre cant». Era la frase in occitano che i montanari della valle Maira erano soliti ripetere per dire che emigravano dall’altra parte (l’autre cant) delle montagne, in Francia. L’emigrazione non è infatti un fenomeno attuale, ha segnato profondamente le comunità alpine tra la fine dell’800 e la prima metà del 900. Basti ricordare che nel 1881 la valle Maira (Dronero compresa) contava 30.269 abitanti. Nel 1969 (88 anni dopo) 12.712, meno della metà. In mezzo ci sono state due guerre mondiali seguite da crisi economiche.

Nuovi mestieri

L’emigrazione ha portato anche all’invenzione di nuovi mestieri per sbarcare il lunario come i «caviè» di Elva che hanno girato il mondo a raccogliere i capelli delle donne per farne parrucche, oppure gli «anciuè» di Celle Macra e della Margherita di Dronero , montanari che si sono trasformati in venditori di pesce salato nei mercati di pianura. Non mancarono però storie meno romantiche di miseria e sfruttamento come i bambini «affittati» d’estate ai pastori della Provenza per arrotondare il misero reddito familiare.

L’esodo

I numeri dell’esodo indicano come il grosso delle partenze dalla valle il periodo tra il 1921 e il 1936, proprio negli anni in cui il regime fascista limitò il diritto di emigrare, provocando come reazione l’aumento degli spostamenti clandestini e la trasformazione delle migrazioni stagionali in definitive.

Storie, testimonianze, riflessioni, racconti di emigrazione saranno al centro di un’iniziativa in programma domani (1° settembre) al campeggio delle Sorgenti Maira di Acceglio. A organizzarla la Compagnia del buon cammino e dall’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo. Il programma prevede alle 7,30 la partenza di un’escursione alla lapide sotto il colle Sautron che ricorda il passaggio dei migranti. Alle 9,30 ci sarà l’incontro con un gruppo di escursionisti francesi, in arrivo da Larche. È quindi previsto il ritorno alle Sorgenti Maira con testimonianze di migrazioni dalla val Maira, dall’Ubaye, di profughi dell’Istria e della Valle Roja a cui seguiranno gli interventi di Sergio Soave, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza, e di Alessandro Armando, coordinatore del gruppo «Saluzzo migrante», sui flussi migratori in provincia di Cuneo.

I commenti dei lettori