La musica come veicolo di felicità. A esserne convinto è Nicola Campogrande, il direttore artistico di MiTo SettembreMusica, che spiega come dai suoni possa scaturire benessere, non solo mentale. Lui ci crede fermamente e su queste basi ha costruito il festival che torna da lunedì 2 a martedì 18 settembre con concerti di classica che propongono programmi appositamente pensati, e quindi unici, quest’anno declinati intorno al tema della danza. «L’edizione 2018 sarà particolarmente esplosiva, saltellante e piena di colori – dice -. Al centro di tutto c’è il movimento, quello dei compositori che fanno danzare le note sulle pagine e quello degli esecutori, un movimento che crea felicità, perché per essere felici occorre spostarsi, andare verso l’altro. E MiTo è il festival del movimento, dell’incontrarsi in un luogo per ascoltare la musica. Credo che la musica possa aiutare a vivere meglio».

Il pubblico sembra aver recepito il messaggio, visto che i segnali sono positivi. «Non abbiamo ancora iniziato e già ci sono buoni auspici – aggiunge -. A differenza della passata edizione, la vendita degli abbonamenti sta andando bene; gli anni scorsi erano i biglietti singoli ad andare a ruba, mentre quest’anno stanno salendo i carnet. Questo ci rende orgogliosi, anche perché è un risultato in controtendenza rispetto a tutti i festival europei che registrano una diminuzione nella vendita di abbonamenti». Un atto di fiducia degli spettatori nei confronti di una kermesse che per il dodicesimo anno unisce Torino e Milano offrendo 125 concerti, 63 quelli torinesi, per 16 giorni di musica non-stop con appuntamenti originali.

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A inaugurare lunedì al Teatro Regio sarà la Royal Philharmonic Orchestra, guidata dalla bacchetta dell’americana Marin Alsop e con la partecipazione di una star del violinismo internazionale come Julia Fischer. Con «Balletti Russi» verranno proposte pagine di compositori di tre generazioni differenti: da Čajkovskij a Stravinskij fino a Victoria Borisova-Ollas che ha orchestrato «Träumerei» di Schumann sfruttando la tavolozza timbrica del presente. Proprio l’idea di mostrare come la classica possa essere moderna è la spina dorsale di MiTo, che vuole rendere evidente come brani composti centinaia di anni fa possano dialogare, fondersi e confondersi con la contemporaneità.

I nomi

Tanti i grandi nomi presenti nel ricco cartellone con direttori quali Myung-Whun Chung, Gianandrea Noseda, Vasily Petrenko, Francesco Cilluffo e Stanislav Kochanovsky, mentre tra i solisti spiccano Martha Argerich, Enrico Dindo, Ilya Gringolts, Xavier De Maistre, Chloë Hanslip, Evelyn Glenni e con formazioni quali l’Osn Rai, la Filarmonica della Scala e quella di Torino, l’Orchestra del Regio, l’Orchestra Verdi di Milano e il Kronos Quartet.

SettembreMusica anima Torino che apre le porte a eventi ospitati nelle più prestigiose sale, ma pure in luoghi insoliti e decentrati grazie a «MiTo per la città», il cartellone che va a completare quello principale con una programmazione che tocca tutte le circoscrizioni. Un’offerta di 30 concerti, di cui 14 periferici, che si integrano ai 90 momenti musicali gratuiti spalmati in 8 giorni realizzati da 5 formazioni di allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi che andranno ad allietare ospedali, strutture di assistenza, scuole, case di accoglienza, biblioteche, luoghi di detenzione e spazi di quartiere. La novità di quest’anno è l’introduzione di un biglietto d’ingresso anche per gli appuntamenti decentrati accolti nei teatri e negli auditorium periferici che avranno un costo di 3 euro, mentre rimarranno gratuiti quelli nelle chiese.

Domenica 9, invece, tornerà «Open Singing», la giornata dedicata alla coralità in cui tutti possono diventare cantanti almeno per una volta, che non si svolgerà più in piazza ma all’interno delle Ogr. Una sezione particolare di MiTo è poi dedicata ai più piccoli con spettacoli curiosi e divertenti pensati per avvicinare i bimbi alle note.

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