Tra Lampedusa e l’Agrigentino sono giornate e nottate di sbarchi di migranti: gli ultimi, stamattina, sono approdati sulla spiaggia di Giallonardo, in territorio di Realmonte, nell’Agrigentino. Non si sa ancora quanti fossero perché in questo caso si tratta di uno di quegli «sbarchi fantasma» cominciati circa un anno fa, che ormai sembravano essersi esauriti e su cui da tempo indaga la procura di Agrigento.

Migranti «economici» che arrivano dalla Tunisia e che, a bordo di piccole barche in legno, percorrono indisturbati il tratto di Mediterraneo fino alle coste della Sicilia, dove poi abbandonano l’imbarcazione, cambiano gli abiti lasciando quelli inzuppati sulla spiaggia e raggiungono le strade vicine con destinazione una stazione ferroviaria, spesso quella di Agrigento o quella di Licata. Molti riescono a completare il viaggio via terra, altri vengono poi bloccati dalle forze dell’ordine lungo le strade, una volta scattato l’allarme.

Accadrà probabilmente così anche per questo ultimo episodio di stamattina. Dell’ultimo sbarco di oggi ha dato notizia l’associazione Mareamico di Agrigento che da tempo segue il fenomeno e che ha pure diffuso alcune foto. A Lampedusa invece sei persone, tutti membri dell’equipaggio di un motopesca tunisino, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza perché sono ritenuti gli scafisti di uno degli ultimi arrivi di migranti in Sicilia: il 29 agosto un aereo del dispositivo Frontex ha intercettato il peschereccio mentre trainava una piccola barca con 14 migranti tunisini a bordo.Una volta giunti a 24 miglia dalla costa di Lampedusa, sono intervenute le motovedette che hanno bloccato entrambe le imbarcazioni, il motopesca aveva già lasciato la barca in direzione dell’isola e aveva invertito la rotta. La Finanza ha portato a Lampedusa entrambe le imbarcazioni, sequestrandole, e l’equipaggio del motopesca è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ieri a Lampedusa sono arrivati altri 66 migranti, e tra loro cinque minorenni, su sei diverse imbarcazioni. Sono quasi tutti tunisini.

Nella maggiore delle isole delle Pelagie, ultimo avamposto italiano di fronte alle coste africane, da giorni si susseguono arrivi di barche di migranti partite dalla Tunisia e giunte fin dentro il porto o agganciate dalla Guardia costiera a poche miglia dalla costa. Nell’ultima settimana si segnalano almeno un centinaio di arrivi; i migranti vengono ospitati nell’hotspot dell’isola in attesa di essere trasferiti in Sicilia per poi, quando è possibile, essere rimandati in Tunisia (con cui l’Italia ha un trattato di riammissione) oppure per essere re-distribuiti nei centri di accoglienza italiani.

Dall’inizio dell’estate altre centinaia di migranti sono arrivati invece sulle coste del Siracusano. Si tratta di profughi siriani, pakistani, afgani, che in gruppi di 30-50 sbarcano da insospettabili velieri che partono dalla Turchia. Rotte diverse, insomma, che solo nell’ultima settimana hanno consentito l’arrivo di diverse centinaia di persone dopo traversate quasi mai intercettate né da navi militari né da imbarcazioni civili di soccorso. Proprio oggi uno di questi velieri, con 32 migranti tra pachistani e bengalesi, è arrivato in Calabria, a Capo Cimiti, territorio di Isola Capo Rizzuto.

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