Mercoledì prossimo l’Europa potrebbe avere la sua prima forza di polizia comunitaria: 10 mila uomini destinati al controllo delle frontiere e alle operazioni di rimpatrio dei migranti. L’indiscrezione arriva dal giornale spagnolo El Pais, secondo cui lo «storico» progetto dovrebbe essere annunciato nel discorso sullo stato dell’Unione europea che il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, terrà mercoledì 12 settembre a Strasburgo. La Commissione, spiega il quotidiano spagnolo, ritiene che l’ultima crisi migratoria, scatenata dal rifiuto dell’Italia di consentire lo sbarco di persone salvate in mare, abbia dimostrato che la gestione nazionale dei flussi migratori è diventata obsoleta e deve essere trasferita a una gestione centralizzata.

Il progetto prevederebbe la creazione di una vera e propria Guardia europea delle coste e dei confini, con capacità di sorveglianza sul territorio europeo, ma anche con la possibilità di intervenire in Paesi terzi e con poteri di partecipazione ad operazioni di rimpatrio. Una proposta presa in considerazione da diversi anni ma rimasta sempre sulla carta a causa della riluttanza di diversi Paesi, che temevano di perdere parte della sovranità.

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Ma la proposta non è nuova e diverse soluzioni sono state prese in considerazione negli anni. Ad animare la riluttanza dei Paesi, la preoccupazione di dover cedere sovranità a un ente transnazionale. La cancelliera Angela Merkel aveva ventilato l’ipotesi di trasformare Frontex in un corpo di polizia «con competenze europee» a inizio giugno. Un mese dopo a Vienna, in occasione dell’avvio della presidenza di turno austriaca del Consiglio dell’Ue, Juncker aveva annunciato per settembre la proposta legislativa della Commissione Ue per dotare Frontex di 10 mila unità aggiuntive entro il 2027, irrobustendone così il mandato.

Sul tema è tornato nei giorni scorsi anche il Commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos: «Servono azioni immediate. Le misure che presenteremo (trasformazione dell’Agenzia delle guardie di frontiera e guardacoste, Frontex, in una vera e propria polizia europea) vanno in questa direzione», aveva spiegato il commissario anche in vista del vertice di Salisburgo del 20 settembre dove è attesa una svolta sulle modifiche della missione Sophia, anche alla luce del pressing italiano.

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