«Guardiamo all'insicurezza che i giovani vivono per il lavoro e l’inquinamento. Serve una vera solidarietà di chi ha un lavoro o una pensione sicura con giovani che vivono nella precarietà. Abbiamo un futuro comune». È quanto afferma il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, tra i partecipanti al Sinodo sui giovani e membro eletto nella Commissione per l’informazione, al portale della Santa Sede Vatican News. 

«I giovani si aspettano di esser ascoltati nelle loro situazioni di vita, nei loro problemi di lavoro precario, di disoccupazione», sottolinea il porporato, essi chiedono anche «segni di solidarietà» da adulti e anziani con un lavoro e una pensione sicuri. «Dobbiamo essere anche realistici. Per la stragrande maggioranza dei giovani, cosa succede qui al Sinodo non li tocca veramente? Ma questo non deve scoraggiarci, perché noi abbiamo da imparare, con uno sguardo attento ai cambiamenti del mondo dei giovani. Quello che vedo in Austria, è innanzitutto l’insicurezza per il futuro».

Schönborn racconta anche l’incontro di qualche giorno fa, a Vienna, con una madre di due ragazze tra i 16 e i 17 anni. «Mi ha detto che le sue figlie hanno veramente paura del futuro. Per l’ambiente, la situazione lavorativa, e dicono ai genitori: in quale mondo ci avete messo? Queste domande le dobbiamo veramente ascoltare. Nel nostro mondo si guarda innanzitutto al benessere della generazione anziana, tante persone con una pensione solida, mentre i giovani vivono spesso con lavori precari, senza contratti fissi. Questa situazione interroga tutti noi, anche me, che sono un anziano». 

«Il contratto tra le generazioni - ricorda l’arcivescovo di Vienna - è sempre stato un contratto di trasmissione. Adesso c’è il pericolo che quelli che hanno la posizione sicura, un lavoro sicuro, una pensione sicura, si chiudano. E i giovani che vivono in lavori precari, mi immagino che non pochi di loro avranno anche reazioni di rabbia. Dunque segni di solidarietà sono molto urgenti per stare insieme, perché viviamo insieme, abbiamo una terra comune, una Chiesa comune, un futuro comune. Ciò che ci vuole innanzitutto è la solidarietà e il sentire profondo di ciò che vivono i giovani».

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