«Nessun piano B» sulla manovra da far scattare in caso di un’emergenza spread a 400, e «deve essere chiaro» anche a Bruxelles, perché sulla manovra «il governo non arretra» perché «ci aspettavamo che questa manovra a Bruxelles non piacesse». Il vicepremier Luigi Di Maio, lo sottolinea a margine di una visita al Villaggio Coldiretti. Dopo la lettera arrivata dai commissari Moscovici e Dombrovskis ci sarà «una fase di interlocuzione» con la Commissione Ue ma, ribadisce, «indietro non si torna». La Commissione Ue ha inviato all’Italia la lettera di risposta al messaggio del ministro Tria che accompagnava il Def chiedendo al governo di «assicurare che la bozza di legge di stabilità sarà in linea con le regole comuni di bilancio».

«Io non sono preoccupato, perché dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo, e per questo non si può essere preoccupati», dice il ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio, risponde a chi gli chiedeva se fosse preoccupato per il primo test con l’Europa, il prossimo 15 ottobre. «Io sono tranquillissimo anche perché abbiamo tanto ancora da fare - aggiunge -. Queste misure di cui abbiamo discusso in questi giorni sono solo una piccola parte. Adesso nella legge di Bilancio dovranno entrare norme per rendere più trasparente e più veloce la sanità».

«Ci saranno norme per l’export e per il made in Italy e ci saranno provvedimenti che riguardano la sburocratizzazione, perché se da una parte aiutiamo le persone ad andare in pensione, a trovare lavoro e ad avere meno tasse soprattutto per le partite iva e le pmi - continua DI Maio-; dall’altra il miglior modo per rilanciare le imprese e dare un aiuto ai nostri imprenditori è lasciarli in pace. Quindi, dobbiamo abolire un bel po’ di leggi: io ne abolirò 240 nel codice del lavoro, che riassumerà in un unico codice la foresta di norme che ci sono e poi decine e decine di certificazioni saranno eliminate e abbiamo già pronto l’elenco e lo conoscerete tra qualche giorno».

E sull’Ue Di Maio dice: «C’è una vera e propria guerra contro il made in Italy e noi la dobbiamo combattere con tutte le nostre forze. Questi sono giorni importanti, non sono venuto alla Coldiretti per alzare i toni con l’Europa anche perché diciamoci la verità questa Europa qui tra sei mesi è finita».

Juncker: Salvini e Di Maio sboccati sulla Ue

«Non ho sentito cosa ha detto, l’ho solo letto. Queste cose non le prendo neanche in considerazione. Il fatto che due vicepremier italiani si esprimano in modo estremamente sboccato sulla Ue fa capire tante cose», dice Jean-Claude Juncker rispondendo - in un’intervista a Der Standard - alle parole di Matteo Salvini che aveva detto di voler parlare solo con «persone sobrie». «Che il vicecancelliere austriaco Strache ora dica di essere amico di Salvini mi sorprende, ma non troppo. Non possiamo scegliere i parenti, gli amici invece sì».

«Non ho paragonato l’Italia alla Grecia», ma certamente «l’Italia si trova in una situazione difficile». «Non spetta alla Commissione» entrare nel merito delle misure inserite in manovra come la flat tax o il reddito di cittadinanza ma «spetta ai politici italiani impostare misure che consentano all’Italia di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati», aggiunge Juncker.

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