«Cari sacerdoti, vi saluto tutti con viva cordialità, celibi e sposati, con le vostre famiglie, come pure i religiosi. Vi ringrazio per il vostro lavoro in mezzo al santo popolo fedele di Dio. Le famiglie dei sacerdoti vivono una missione particolare al giorno d’oggi, quando l’ideale stesso della famiglia è messo in discussione se non esplicitamente attaccato: voi offrite una testimonianza di vita sana ed esemplare». Con queste parole Papa Francesco ha accolto i preti della Chiesa greco-cattolica della Slovacchia giunti a Roma per un pellegrinaggio in occasione del 200esimo anniversario dell’erezione dell’Eparchia di Presov.

Nel suo discorso durante l’udienza in Aula Paolo VI, il Pontefice ha esortato a «resistere alle due tendenze opposte: il secolarismo, che porta alla mondanità, oppure ad un arroccamento in modi obsoleti e addirittura non evangelici di intendere il proprio ruolo ecclesiale, modi che portano a un clericalismo sterile».

«Nella vostra gioiosa presenza qui, insieme con i vostri pastori - ha aggiunto Francesco - vedo un volto entusiasta e devoto di una Chiesa salda nella fede, consapevole della propria dignità e fiera della sua identità ecclesiale. In questo modo siete degni figli dell’evangelizzazione operata, in piena fedeltà alla Sede Apostolica, dai santi Patroni d’Europa Cirillo e Metodio».

Secondo il Papa, «il continente europeo, in Oriente come in Occidente, ha bisogno di riscoprire le proprie radici e la propria vocazione; e dalle radici cristiane non possono che crescere alberi solidi, che portano frutti di pieno rispetto della dignità dell’uomo, in ogni sua condizione e in ogni fase della vita».

Da qui un incoraggiamento «a custodire la vostra tradizione bizantina, che anch’io fin da giovane ho imparato a conoscere ed amare: riscopritela e vivetela in pienezza, come ha insegnato il Concilio ecumenico Vaticano II , prestando grande attenzione ai percorsi di evangelizzazione e catechesi nei quali, prima ancora che i pastori, i protagonisti sono i genitori e i nonni, dai quali in molti abbiamo imparato le prime preghiere e il senso cristiano della vita».

«Grazie ai papà, alle mamme, ai nonni e a tutti gli educatori qui presenti, per la vostra indispensabile testimonianza!», sono state le parole conclusive del Papa, che ha domandato ai presenti «un ricordo speciale tra poco, quando celebrerete la Divina Liturgia nella Basilica di Santa Maria Maggiore, tempio così prezioso per la memoria dei Santi Cirillo e Metodio e dunque per la vostra storia. La Santa Madre di Dio, alla quale guardiamo con speranza e amore di figli - ha concluso - difenda con la sua intercessione la Chiesa in questo tempo di prova e vegli sui lavori del Sinodo dei giovani, che abbiamo da poco iniziato».

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