«La Bestia», il sistema editoriale che pubblica e condivide sui social i post di Matteo Salvini, questa volta ha fatto un passo falso. In un video condiviso sabato scorso sul profilo Facebook, il ministro dell’Interno invita i suoi seguaci ad ascoltare l’intervista«a un cittadino di Riace» che critica il modello di accoglienza messo in piedi dal sindaco Mimmo Lucano, finito agli arresti domiciliari la scorsa settimana.

Chi è «il cittadino di Riace»

Il fatto è che come sottolineato, tra gli altri, dal Corriere della Calabria, l’intervistato non è un cittadino qualsiasi. Bensì Pietro Domenico Zucco, già vicesindaco nell’amministrazione precedente a quella di Lucano, e soprattutto già noto alle cronache perché nel 2011 è stato arrestato con l’accusa di essere un prestanome del clan Ruga-Metastasio. In pratica, secondo la Dda di Reggio Calabria, Zucco è una “testa di legno” della ’ndrangheta.

Lo scontro politico

Non si fa attendere la polemica politica. «Il ministro degli Interni per screditare Mimmo Lucano si avvale della “testimonianza” di un arrestato che secondo la Direzione distrettuale antimafia sarebbe il prestanome di un boss della `ndrangheta. Salvini sapeva?», scrive su Twitter Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd. Laura Boldrini chiede «le immediate dimissioni» di Salvini. «Il ministro dell’Interno - spiega la deputata di Leu - utilizza le parole di un uomo che risulterebbe pregiudicato per reati molto gravi. Stessa la linea del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni (Liberi e Uguali) che aggiunge: «Il presidente del Consiglio dei ministri Conte e il vicepremier del M5S Di Maio non hanno nulla da dire in proposito?».

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