In difesa dell’Alberghiero, e a favore del suo trasferimento alla Cittadella, scende a sorpresa in campo anche il vescovo di Mondovì. Stamattina (sabato 13 ottobre) la dirigente del «Giolitti» si è trovata di fronte alle macerie della scuola, colpita da una frana il 29 dicembre scorso, insieme ai presidi del Cuneese che si sono mobilitati per una manifestazione di solidarietà verso la collega e gli studenti.

E qui, davanti al simbolo della scuola che non c’è più, Donatella Garello ha dato lettura della lettera di monsignor Egidio Miragoli in cui, senza schierarsi esplicitamente, il vescovo- che dopo un’amara constatazione su quanto oggi incidano l’aspetto economico e i costi della ristrutturazione degli edifici storici con la conseguenza di un “silenzio irreale che spesso avvolge Piazza con il progressivo e ulteriore degrado di palazzi e spazi pubblici”- sembra comunque prediligere (se proprio si dovrà andare verso l’abbattimento dell’ala della scuola) la «soluzione Cittadella», definito un «progetto coraggioso», rispetto alla nuova scuola sull’Altipiano, con le aule impersonali di una nuova e più economica costruzione.

«La battaglia che state combattendo- scrive la guida spirituale della diocesi - ha una valenza ben superiore alla soluzione di un’infausta emergenza. Forse ci vorrebbe più coraggio da parte di tutti per saper trasformare questa necessità in un’opportunità. Anche l’ipotesi Cittadella sarebbe per l’Alberghiero un progetto coraggioso che aprirebbe la strada a ulteriori valorizzazioni del patrimonio della città alta».

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