«Sentiamo che qui c’è l’unica fede della Chiesa e che siamo una grande famiglia»: in una intervista alla redazione cinese di Radio Vaticana-Vatican News, i due vescovi cinesi che per la prima volta hanno partecipato a un Sinodo dei vescovi dopo lo storico accordo tra Santa Sede e Pechino sulle nomine episcopali, hanno raccontato la loro esperienza di questi giorni a Roma: «Auspichiamo anche che con la vocazione possiamo portare la pace nel mondo», afferma monsignor Giuseppe Guo Jincai. «Per la formazione e il discernimento, penso che i problemi incontrati sono simili agli altri Paesi nel mondo», spiega monsignor Giovanni Battista Yang: «Questo Sinodo è per i giovani di tutto il mondo e anche per i giovani cinesi».

«Come vescovo cinese, sono contento di partecipare al Sinodo per la prima volta», ha detto monsignor Guo Jincai: «Sentiamo che la Chiesa è una famiglia e abbiamo ricevuto un’accoglienza e un benvenuto calorosi. Insieme al Papa, ai cardinali e ai vescovi di tutto il mondo, abbiamo parlato dei problemi che riguardano i giovani, il discernimento delle vocazioni e come affrontare le sfide del nostro tempo. Sentiamo che qui c’è l’unica fede della Chiesa e che siamo una grande famiglia. Abbiamo condiviso le nostre riflessioni con altri vescovi e discusso i temi attuali che dobbiamo affrontare». Parole condivise da monsignor Yang: «Questo Sinodo è fatto per i giovani di tutto il mondo. Per i giovani cinesi, questo Sinodo è molto attuale e i temi che sono stati discussi è ciò di cui abbiamo bisogno per la formazione delle vocazioni e sono come una guida. Per noi è molto significativo questo Sinodo, una buona esperienza».

I due Vescovi cinesi, come ha confermato nel corso dei briefing quotidiani il prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione Paolo Ruffini, torneranno in Cina prima della conclusione del Sinodo, come era previsto sin dall’inizio, per riprendere i loro impegni pastorali dopo un periodo già prolungato a Roma.

«Per la formazione e il discernimento, penso che i problemi incontrati sono simili agli altri Paesi nel mondo», afferma monsignor Guo Jincai. «Nelle diocesi più preparate c’è il Comitato per le vocazioni e i giovani sono accompagnati dai sacerdoti sia nella formazione che nella fede, oltre che nella crescita umana. Questi progetti sono iniziati più di dieci anni fa all’interno della Chiesa in Cina. Abbiamo convocato dei seminari importanti, lanciato dei progetti e discusso su come affrontare le sfide attuali e gli sviluppi nel futuro». E «sotto la guida dei vescovi, nelle diocesi e in ogni parrocchia abbiamo degli Uffici di accompagnamento soprattutto per i giovani sposati e per quelli che si preparano al matrimonio, offrendo loro la cura pastorale. L’Esortazione Amoris laetitia – sottolinea il presule – ha manifestato l’amore di Papa Francesco per i giovani e le famiglie. Credo che questo sia importante per ogni famiglia, perché ogni famiglia riceve la chiamata da Dio. Ogni famiglia e la vocazione della famiglia sono legate alla crescita della Chiesa e al servizio per la società. Perciò, la stabilità familiare porterà il bene a tutta la società». Yang sottolinea al proposito che «ogni diocesi, secondo le proprie esigenze, offre una formazione prematrimoniale e durante il matrimonio. Alcune diocesi, più preparate o che dispongono di risorse, aiutano le parrocchie a offrire dei corsi per i giovani, sempre sotto la guida del Comitato pastorale. Alcune diocesi hanno il proprio Centro, con dei corsi regolari o di breve periodo, hanno anche una formazione sull’etica matrimoniale che aiutano molto i giovani nella vita matrimoniale».

Quanto al tema specifico del Sinodo, la vocazione dei giovani, «adesso sentiamo che il nostro compito è ancora più difficile sul tema della vocazione dei giovani», spiega Guo Jincai. «Siamo chiamati a proclamare il Vangelo, a rafforzare la fede e servire la nostra società, dando il nostro contributo al Paese. Auspichiamo anche che con la vocazione possiamo portare la pace nel mondo». Yang da parte sua racconta: «Abbiamo visto delle difficoltà e delle sfide in altri Paesi del mondo. In realtà, questo Sinodo ci aiuta a capire come si possono accompagnare i giovani nel lavoro pastorale, come aiutarli a testimoniare la fede seguendo la propria vocazione».

Guo Jincai, che è intervenuto nel circolo minore in lingua francese, condivide che, come è stato sottolineato da più padri sinodali, «quando parliamo insieme, questo è già ascoltare, cioè ascoltare le voci dei giovani che vengono da diverse nazioni, e ascoltare significa anche accompagnare». La parola ascoltare, conferma Yang, «è realmente attuata in questo Sinodo».

«Vorrei condividere un mio desiderio con i giovani nella Cina continentale», conclude Yang. «Questo Sinodo è per i giovani di tutto il mondo e anche per i giovani cinesi. Qui si parla dell’accompagnamento, di cercare di risolvere i problemi dei giovani, della guida per i giovani nella fede. Vorrei dire a voi: la Chiesa ha bisogno dei giovani, la Chiesa ama i giovani e soprattutto vede che i giovani sono il futuro della Chiesa. Il Signore ama i giovani, la Chiesa ama i giovani, noi vescovi amiamo i giovani».

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