«Ho pronta una lettera aperta per Matteo Salvini sui profughi, devo solo decidermi a inviarla. Lui ha sfoggiato Vangelo e rosario in campagna elettorale: ora accolga i migranti». E’ uno sguardo attento all’attualità quello del vescovo Luigi Bettazzi, 95 anni tra poche settimane. Alla Casa della Resistenza di Fondotoce a Verbania era stato chiamato a parlare del vescovo Oscar Romeo, ucciso a San Salvador nel 1980 e che domani sarà proclamato santo insieme a Paolo VI. Ma come è nell’indole di Bettazzi, uno degli ultimi protagonisti viventi del Concilio Vaticano II, a lungo presidente di Pax Christi e per 32 anni vescovo di Ivrea, la testimonianza personale si è unita all’attenzione verso «quella chiesa dei poveri, che durante il Concilio si aveva paura a chiamare così per non essere definiti comunisti».

«Gli scrivo da cristiano, lui ha messo la religione in politica»

«Aveva fatto scalpore la mia lettera inviata a Berlinguer - ha ricordato -, ma ne ho mandate tante. A luglio ne ho scritta una al presidente del Consiglio Conte e adesso ho pronta questa. Salvini sta iniziando ad accogliere bambini e malati duranti gli sbarchi e gli direi di continuare, di non avere paura. Potrei scrivergli da cittadino italiano, ricordando il passato da migranti dei nostri connazionali e guardando al futuro del Paese nel quale serve forza lavoro perché stiamo invecchiando. Ma voglio scrivergli da cristiano, perché è stato lui a mettere la religione in politica quando si è presentato con Vangelo e rosario in campagna elettorale. Il Vangelo dice di accogliere lo straniero e il rosario è la preghiera a Maria, donna che ha conosciuto cosa vuol dire emigrare».

Ricordando Romero «martire solo perché stava dalla parte della gente» ha parlato di Papa Francesco: «Vero interprete dello spirito di rinnovamento che avevamo immaginato con il Concilio».

I commenti dei lettori