«Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente. Quanto successo a Claviere, sulle Alpi del Torinese, è un’offesa senza precedenti nei confronti del nostro Paese, e mi chiedo se gli organismi internazionali - a partire dall’Onu fino all’Europa - non trovino «vomitevole» lasciare delle persone in una zona isolata senza assistenza. Siamo di fronte a una vergogna internazionale, e il signor Macron non può far finta di nulla. Non accettiamo le scuse». Lo dichiara il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Claviere.

«Chi erano - chiede Salvini- questi immigrati? Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati? E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Perché i francesi parlano di “gendarmi che non conoscevano la strada”, se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo», conclude il ministro.

La replica arriva da Nathalie Loiseau, la ministra francese degli Affari europei: «La cooperazione tra Francia e Italia sulla migrazione è importante. Faremo in modo che questi incidenti non accadano più». «Dalle prime informazioni» sul caso Claviere «si tratta di gendarmi arrivati da poco nella regione, che hanno avvertito la polizia italiana - ha aggiunto -. Sono entrati senza volerlo in Italia. Abbiamo disposto un’inchiesta e un’ispezione. È stato un evento accidentale».

L’episodio, su cui la procura del capoluogo piemontese ha aperto un’inchiesta, risale a venerdì scorso, in pieno giorno. Un furgone con targa francese e le scritte della Gendarmeria sulle fiancate, ha attraversato il confine a Claviere, ha percorso circa quattro chilometri in territorio italiano, scendendo lungo i tornanti dell’alta Val di Susa, finché, all’altezza di un bosco verso Cesana Torinese, ben al di qua del confine,due agenti hanno fatto scendere dal furgone un paio di giovani migranti africani e li hanno lasciati ai margini della strada. Con un cenno della mano li hanno invitati a inoltrarsi nella boscaglia, quindi hanno fatto inversione di marcia e sono tornati in Francia. Pare che non sia nemmeno il primo caso. Questa volta, però, ad osservare l’ operazione dei gendarmi c’erano un paio di agenti di polizia, della Digos di Torino, che hanno scattato una fotografia, annotando anche il numero di targa.

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Il governo italiano non intende transigere. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ha già formalmente chiesto «informazioni» all’ambasciata di Francia. Mobilitato anche il nostro ambasciatore a Parigi. La Farnesina si è attivata e la Francia e ha ammesso che «si sta lavorando per cercare un chiarimento a quello che sembra un incidente». «Macron che si dice buono e generoso scarica di notte immigrati in Italia? Pretendiamo risposte chiare, rapide e inequivocabili da Parigi», aveva già tuonato in serata Matteo Salvini e a stretto giro era arrivato il chiarimento: c’è stato un «errore» per cui si esprime «rammarico». A commetterlo sono stati gendarmi «arrivati soltanto da pochi giorni» nella regione al confine con l’Italia, che «non conoscevano bene il posto», ha spiegato Ce’cile Bigot-Dekeyzer, prefetta della regione francese Hautes-Alpes.

Gli agenti della Digos hanno notato il furgone durante un servizio di controllo nella zona di Claviere, l’ultimo comune in territorio italiano, che è diventato il focolaio della protesta di antagonisti e di “no border” dopo lo sgombero, mercoledì mattina, di Chez Jesus, il rifugio per migranti ricavato nella canonica del paesino. E per il procuratore Armando Spataro si prospetta una nuova e difficile partita con l’autorità giudiziaria francese. L’episodio di Bardonecchia ha dato vita, nelle scorse settimane, a un duro braccio di ferro. I magistrati torinesi rivendicano il diritto di procedere contro i cinque doganieri, ma la Francia ha risposto picche alla richiesta di collaborare: non ha nemmeno fornito le generalità dei componenti della pattuglia. La presenza di migranti è ormai abituale in questa zona conosciuta soprattutto per il turismo e le piste da sci. Sono tanti quelli che tentano di attraversare la frontiera passando per i sentieri anche in pieno inverno. Le voci di gendarmi che li bloccano e li riportano in Italia si susseguono da tempo, ma finora la questione non era mai emersa ufficialmente.

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