Ammontano a circa 300 mila euro i «debiti» che diversi assegnatari delle case popolari di Casale hanno accumulato negli anni e che potrebbero tradursi nello sfratto per un centinaio di famiglie. Un allarme prospettato al procuratore Raffaele Guariniello l’altro giorno a Rosignano (una tappa del Festival Itaca, dedicato a «Coltivare la giustizia»)dall’assessore comunale casalese ai Servizi sociali, Ornella Caprioglio, chiedendo da che parte sta la giustizia. Perché tra i «morosi», anche con 20 mila euro di debito, «c’è gente che ha un reddito sufficiente a pagare affitto e spese di luce, acqua, riscaldamento, ma non lo fa a discapito di chi onora queste scadenze, spesso con gravi difficoltà».

Un problema di «giustizia sociale» che vedrà il Comune con l’Atc esaminare uno per uno questi casi, prima tentando la strada della rateizzazione del debito e poi, se emergerà che si tratta di «morosità colpevole», arrivando allo sfratto. Chi ha problemi può rivolgersi ogni ultimo martedì del mese (dalle 9 alle11) all’Ufficio Casa di via Mameli anche con rappresentanti dell’Atc.

In provincia prevalgono i dati eclatanti di morosità incolpevole, cioè di coloro che per difficoltà economiche non riescono a pagare affitti o bollette. Le principali cause: perdita del lavoro, insorgere di una malattia, cura di un familiare anziano rimasto solo. «C’è un “debito” di circa 967 mila euro che interessa 702 famiglie - dice il direttore provinciale Atc Gianluca Ghilione -. Più difficile avere il quadro preciso delle morosità colpevoli, pur con scambio di informazioni con i servizi sociali».

C’è infatti un Fondo sociale (60% dalla Regione e 40% dai Comuni) per aiutare chi è più in difficoltà a pagare bollette o affitti. «Se gli inquilini non pagano il riscaldamento, finirà la fornitura di metano- continua Ghilione - lo stesso capiterà per luce o acqua». Al via dunque controlli incrociati, «grazie ai quali abbiamo ridotto le occupazioni abusive da 130 alle 50 attuali, con il sostegno della prefettura. E si consideri che l’ufficiale giudiziario a volte torna 20 volte, mentre intanto passano 7/8 anni». È il presidente Atc Gino Garzino ad aggiungere che «l’impegno assunto serve a garantire i diritti di chi è in graduatoria e attende una casa (un migliaio in provincia; ndr)e a intervenire con lavori sul patrimonio dell’Atc». Sono 5400 gli alloggi in provincia.

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