Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, “ministro degli Esteri” del Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie, ha parlato al Papa dello scontro con Costantinopoli nel corso dell’udienza concessagli oggi da Francesco.

 

«Spero di poter parlare con lui di molte questioni relative alle relazioni tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa e della situazione che stiamo vivendo», ha dichiarato prima dell’udienza il capo del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, a Roma come delegato fraterno al Sinodo sui giovani in corso in queste settimane (3-28 ottobre), in un’intervista al Sir e a inBlu Radio. «Non ci attendiamo che il Papa intervenga in questa situazione o tenti di trovare una soluzione, ma gli farò il quadro della decisione presa dal Santo Sinodo» russo, ha detto il metropolita all’agenzia stampa russa Tass.

 

L’udienza odierna arriva dopo che il Sinodo presieduto a Istanbul dal patriarca ecumenico Bartolomeo e concluso il 12 ottobre ha concesso l’autocefalia (stavropigion) alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina, sinora dipendente dal patriarcato di Mosca, richiesta avanzata ad aprile scorso dalle autorità del Paese, e dopo che lo stesso Hilarion ha reso noto che il Sinodo della Chiesa ortodossa russa, riunito a Minsk il successivo 15 ottobre, ha ritenuto impossibile continuare «il legame eucaristico» con il Patriarcato di Costantinopoli ritenendo «illegittima» la decisione del Fanar.

 

Nel 2016 si è tenuto a Creata un concilio pan-ortodosso, convocato da Bartolomeo, al quale, poco prima del suo inizio, hanno dato forfait la Chiesa ortodossa bulgara, quella di Antiochia, quella di Georgia e, da ultima, quella russa. «Non è stato un concilio pan-ortodosso ma un concilio di dieci Chiese», dice ora Hilarion.

 

«Noi non parteciperemo ad alcuna celebrazione eucaristica insieme al Patriarcato di Costantinopoli e i nostri fedeli non potranno ricevere la comunione nelle chiese legate a Costantinopoli», ha detto Hilarion nell’intervista al Sir e a inBlu Radio. «Inoltre noi non parteciperemo ad alcun organismo organizzato o presieduto dal Patriarca di Costantinopoli o da suoi rappresentanti. Per noi questo Patriarcato si trova in una situazione di scisma e, quindi, abbiamo cancellato il nome del patriarca Bartolomeo dalla lista ufficiale dei patriarchi che noi chiamiamo dittici. Non sarà quindi commemorato dalla Chiesa ortodossa russa e cominceremo il dittico dal Patriarca di Alessandria. È quanto in realtà ha scelto il patriarca Bartolomeo stesso. Poteva scegliere di essere il centro di coordinamento per tutte le Chiese ortodosse o essere in scisma. Lui ha optato per lo scisma».

In una distinta intervista alla Bbc dei giorni scorsi, rilanciata dal sito del metropolita, Hilarion ha spiegato che l’attuale conflitto «si sviluppa su due piani. C’è un piano politico e un piano ecclesiale. Sul piano politico, c’è un conflitto tra l’Ucraina e la Russia. Il presidente ucraino Poroshenko crede di avere diritto non solo a parlare di questioni ecclesiali ma anche di prendere decisioni legate all’organizzazione della vita della Chiesa in Ucraina. Da parte sua il presidente russo e le strutture all’interno della giurisdizione credono di avere il diritto di parlare su questi temi. Ma è una questione politica mentre il compito del santo sinodo della nostra Chiesa è rispondere alle azioni di Costantinopoli su un piano strettamente canonico. Non ci riguardano le questioni politiche».

Hilarion è intervenuto nella mattinata di ieri al Sinodo dei vescovi sui giovani sottolineando la comune vocazione di Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica a difendere i valori cristiani nel mondo secolarizzato.

 

Jorge Mario Bergoglio aveva ricevuto una rappresentanza da Mosca, guidata da Hilarion, mercoledì mattina 30 maggio, prima dell’udienza generale in piazza San Pietro.

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