Dall’inizio del 2018 in poi, nel mezzo dei negoziati per il Global Compact su migranti e rifugiati, un numero crescente di chiese, organizzazioni religiose, reti e realtà di varia matrice spirituale di tutto il mondo, colpite dal drammatico fenomeno dei bambini costretti alla migrazione e sottoposti a violenza, ha sentito un forte richiamo a unire i propri sforzi. World Vision, la nota Ong indipendente di ispirazione cristiana, da oltre 65 anni attiva in ogni continente per sconfiggere le cause della povertà e dell’esclusione sociale, ha colto il desiderio di tante associazioni internazionali e si è fatta promotrice di un laboratorio di dialogo e incontro. È nato così un percorso costellato di tante adesioni da ogni prospettiva religiosa e geografica. All’appello, infatti, hanno risposto subito World Council of Churches, Islamic Relief, Anglican Alliance, Board of Rabbis of New York, Salvation Army, Act Alliance, Caritas Internationalis, Arigatou International. Grande anche la partecipazione italiana: Centro Astalli, Coreis – Comunità religiosa islamica italiana, Casa Scalabrini, Caritas, solo per citarne alcune. 

I rappresentanti delle tante realtà, si sono dati convegno, tra il 16 e il 19 ottobre, al Global Partners’ Forum: Faith Action for Children on the Move, una piattaforma che ha messo insieme oltre 80 organizzazioni di 38 diversi Paesi, incluse agenzie Onu come Unicef, Unhcr e altre, che a Roma, presso la curia generalizia dei Gesuiti, hanno elaborato un primo “Piano d’Azione” per fronteggiare la violenza contro i minori migranti e rifugiati. 

«Il nostro obiettivo – spiega Emanuele Bombardi, direttore generale di World Vision Italia - era quello di fornire uno spazio che riunisse un gruppo eterogeneo di organizzazioni basate sulla fede, per riflettere e progettare insieme azioni di contrasto alla violenza verso i minori migranti e rifugiati. Le prime necessità individuate sono state dialogare e costruire consenso tra di noi e favorirlo con i rappresentanti politici locali e internazionali e realizzare un "Piano d’Azione" concreto che da una parte aumenti consapevolezza e collaborazione, dall’altra pianifichi interventi operativi e di lobbying per influenzare il processo decisionale». 

Secondo l’ultimo report dell’Unhcr, nel 2017 le persone forzate a fuggire dai propri contesti a causa di guerre, dittature, disastri ambientali nel mondo, erano 68,5 milioni. Di queste, oltre la metà (52%), sono bambini. Il fenomeno dei minorenni costretti a vagare per il pianeta in cerca di rifugio è in spaventoso aumento. La stragrande maggioranza di loro, viaggia al seguito delle famiglie nei drammatici percorsi di fuga all’interno dei propri paesi o al di là dei confini, ma esiste una piccola quanto drammaticamente significativa fetta di questi bambini, circa 300mila, che si muove sola, senza il conforto né la protezione di un adulto di riferimento. Oltre ai pericoli che corrono, alle violenze che subiscono e agli orrori a cui assistono, i minori migranti forzati sono vittime di un altro inquietante fenomeno: interrompono o addirittura non iniziano mai i loro percorsi scolastici, non giocano, non hanno tempo e spazio per sviluppare spensieratamente le proprie attitudini, sono tagliati fuori da quella fase della vita fondamentale per la crescita di ogni individuo. 

«Le persone di fede - recita il “Manifesto” del Forum - rappresentano una potente risorsa nel mondo e possono suscitare cambiamenti significativi nei comportamenti della gente. I credenti, a qualsiasi religione appartengano, condividono valori quali solidarietà, amicizia, generosità e, se si uniscono, possono trasformare la vita di bambini in pericolo». Al di là delle parole, però, il Forum ha avuto un taglio molto operativo. Al termine delle sessioni è stata presentata una bozza di Piano d'Azione che ruota attorno a punti cruciali quali prevenzione e protezione dei bambini migranti, supporto spirituale ai minori e ai professionisti che si occupano di loro, e costruzione di società basate sulla pace, l’accoglienza e la lotta alla xenofobia. Ciascuna organizzazione lo valuterà e invierà entro dicembre 2018 – data entro cui redigere una versione definitiva – i propri commenti. Dal 2019 ogni organizzazione si impegnerà a consegnare un suo piano concreto per implementare il Piano d'Azione del Forum. Nella primavera prossima le 85 organizzazioni partecipanti si daranno appuntamento a New York per passare alla fase esecutiva.

«Crediamo molto nella convergenza di intenti dei credenti – riprende Bombardi – e pensiamo che sia decisivo che le grandi organizzazioni si concentrino su questo fenomeno epocale, cambiando, se necessario, le proprie priorità. Noi di World Vision, per esempio, convinti che la raccolta di fondi non possa essere avulsa dai grandi cambiamenti sociali relativi alle migrazioni forzate, abbiamo ideato un nuovo strumento di raccolta fondi ad hoc, chiamato "Child Rescue", che fosse il più coerente e funzionale possibile con i progetti dei bambini migranti e stiamo concentrando molti dei nostri sforzi su questo obiettivo allo scopo da una parte di raccogliere donazioni regolari per i progetti e dall'altra sensibilizzare i donatori su tematiche così complesse. Sono certo che tutte le altre organizzazioni, stiano elaborando strategie simili».

La scommessa delle tantissime sigle partecipanti al Forum, è quella di aprire un nuovo fronte nel contesto del dialogo interreligioso: esplorare nuove piste di unità, ritrovarsi assieme, al di là di differenze e incomprensioni, per un grande scopo che necessita di un approccio trasversale e unificato. Ne trarranno giovamento certamente i bambini in pericolo e allo stesso tempo il processo del dialogo interreligioso che, a differenza di altri terreni, su questo campo può trovare enormi convergenze. 

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