Come sempre era l’intervento più atteso e Beppe Grillo non ha deluso il popolo dei 5 Stelle. «Bisognerebbe togliere i poteri al Capo dello Stato, dovremmo riformarlo» ha detto al Circo Massimo durante «Italia 5 Stelle». Boutade? Affondo? Programma realizzabile? Come sempre il comico gioca sul filo della provocazione. Secondo Grillo «un Capo dello Stato che nomina 5 senatori a vita, presiede il Csm, è a capo delle forze armate, non è più in sintonia con il nostro modo di pensare». Roba che la riforma su cui è andato a schiantarsi Matteo Renzi al referendum era un buffetto alla Costituzione, che pure il Movimento difese a spada tratta.

Battute, manine e attacchi politici

Il comizio show è poi un’altalena tra battute comiche e posizioni politiche. Salvini? «È uno che mantiene la parola, ma ha Dna diverso dal M5S». A sua mamma - racconta Grillo - chiesi perché non aveva preso la pillola. Tutti i più grandi rivoluzionari vanno in galera. E allora: «Bonafedeee, mettimi in galera». Di Maio è «una macchina da guerra», solo Grillo riesce a metterlo in difficoltà perché «so tutte le cose della sua vita». C’è spazio anche per una manina di plastica, che evoca la «manina» denunciata da Di Maio sulla «manipolazione» del decreto fiscale, rimesso in carreggiata ieri con una seconda versione di compromesso tra Lega e M5S.

Ci sono passaggi sull’opposizione. Quella politica: «Questa sinistra è morta con questi intellettuali perché è diventata qualcosa di noioso, il mondo è cambiato». Ma anche quella fuori dai partiti: «Ora che questi ragazzi sono al governo, come faccio a fare satira?».

La seconda giornata di “Italia 5 Stelle” è iniziata con un bagno di folla per Luigi Di Maio che fra selfie e strette di mano ha salutato gli attivisti ma non ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti assiepati intorno a lui. Ci sono anche i no Tap, con un cartello dal fondo giallo «Melendugno c’è. No Tap» ma spiegano: su questa infrastruttura «si sta valutando, questo non è contro il governo. Voi - dicono ai giornalisti - siete sempre contro il governo, ma non capite chi fa il bene o il male del Paese».

Di Maio: “Con la lettera spieghiamo manovra, stop austerity”

«La lettera di domani racconterà le ragioni della nostra manovra di bilancio e dirà anche che tra le clausole di salvaguardia, cioè i debiti che ci hanno lasciato i governi precedenti, e» la minore crescita «con il deficit quest’anno partivamo dal 2%», quindi lo sforamento è solo dello «0,4%». Così il vicepremier Luigi Di Maio a “In 1/2 Ora” su Rai Tre spiegando che si scontrano due modelli, «l’austerity» che tagliava sui diritti dei cittadini «e noi che diciamo che riduciamo il debito e il deficit investendo nei diritti dei cittadini».E ancora: «Mi aspetto un avvio della procedura veloce, che questa settimana la commissione avrà già reagito alla nostra lettera, e mi aspetto sicuramente una reazione in cui si chiede di spiegare bene. Mi auguro che le spiegazioni in un lungo contraddittorio - ci deve essere concesso periodo credibile di contraddittorio - ci possano portare a condividere gli obiettivi».

“Attacchi? Juncker è in campagna elettorale”

«Tutti gli interlocutori ci dicono che per l’Europa è importante essere riconosciuto interlocutore. E io sono per questa impostazione» ha proseguito Di Maio. «Juncker e Moscovici - ha aggiunto - ci attaccano non per ragioni tecniche ma anche anche perché anche loro sono in campagna elettorale, tutto legittimo».

“A gennaio il manifesto di un nuovo progetto”

«Vogliamo creare un nuovo gruppo europeo: a gennaio pensiamo a un manifesto per mettere insieme nuove forze che stanno nascendo ovunque. I Verdi hanno un loro gruppo e non abbiamo avuto interlocuzioni positive. L’idea è un gruppo che abbia unito i delusi di destra e sinistra» aggiunge. «Un progetto - ha aggiunto - contro chi ha deluso a destra e a sinistra».

“Dalla Germania vedo grande rispetto”

«Anche il fatto che il ministro dell’economia si sia visto con Moscovici e Conte ha avuto interlocuzione con tanti leader siano frutto di un lavoro di spiegazione della nostra manovra» spiega Di Maio. «Sono stato in Germania e ho visto un rispetto verso quello che sta succedendo in Italia, maggiore di quello che si pensa nello storytelling».

“Non c’è piano B, restiamo in Ue per cambiarla”

«Ci dicono tutti che lo spread si sta impennando per il timore diffuso che questo governo voglia uscire dall’euro e dall’Europa. Ribadisco qui ma ci saranno ulteriori forme solenni per ribadirlo che non c’è un piano B, c’è solo un piano, il piano A, che è cambiare questa Europa e rimettere al centro i valori» ha spiegato Di Maio ripetendo che «finche resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c’è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro».

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