E’ stato arrestato ieri sera nella Capitale, dopo un anno di latitanza, Filippo Morgante, personaggio di spicco della cosca ’ndranghetista Gallico. A Morgante, condannato in via definitiva a 18 anni 1 mese e 28 giorni, sono contestati i reati di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e illecita detenzione di armi.

L’operazione, condotta dai carabinieri di Reggio Calabria, di Roma e del Ros, è stata possibile grazie ad una meticolosa e articolata attività d’indagine finalizzata alla sua cattura, coordinata dalla Dda della procura di Reggio Calabria, e partita nell’autunno del 2017.

Per mesi gli investigatori hanno monitorato lo stretto circuito relazionale dell’uomo, parenti e amici, riuscendo ad individuare Morgante all’esterno di un bar, poco lontano dall’abitazione in via del Forte Tiburtino in cui aveva trovato rifugio.

Al momento dell’arresto, non ha opposto alcuna resistenza: addosso non aveva armi, ma documenti oggetto di denuncia di smarrimento e un telefono cellulare con sim straniera, il tutto sottoposto a sequestro.

Il profilo criminale di Morgante riportano i carabinieri si è delineato nel corso dell’indagine «Cosa Mia» della Dda reggina, a seguito della quale si è reso latitante, e che ha consentito di accertare come questi fosse «al costante servizio dell’associazione mafiosa, dando attuazione a tutti gli ordini impartiti dai capi (Giuseppe Gallico, Domenico Gallico, Carmelo Gallico) e dai reggenti (Rocco Gallico e Teresa Gallico), specie in materia di estorsioni; inoltre, faceva parte del cosiddetto braccio armato della cosca Gallico e partecipava attivamente alla faida che era in corso con la ‘ndrina Bruzzise; più precisamente mettendosi a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo». Inoltre, dal momento che tutti i principali esponenti della consorteria sono detenuti, lui di fatto figurava, fino a ieri sera, come reggente della cosca.

«Arrestato a Roma un superlatitante di ‘ndrangheta, Filippo Morgante: le forze dell’ordine adesso l’hanno sbattuto in carcere. I boss devono marcire in galera. Grazie ai carabinieri, che l’hanno braccato, e a tutti gli uomini e donne in divisa d’Italia: siamo orgogliosi di voi», ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

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