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Mozione Aborto a Verona, Pd: capogruppo si dimetta. Pillon (Lega): ‘L’adottino tutti i comuni’

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Carla Padovani sfiduciata per suo appoggio mozione antiabortista. Bonino: ‘C’è nostalgia reazionaria’

In una foto postata sulla pagina Facebook ‘Non una di meno’ attiviste del movimento femminista, vestite da ancelle come i costumi della serie Tv “Handmaid’s Tale”, assistono alla seduta del consiglio comunale durante la quale è stata approvata una mozione che dichiara Verona “città a favore della vita” e finanzia associazioni cattoliche per iniziative contro l’aborto

 

NordEst – Scontro nel Pd dopo l’approvazione della mozione antiabortista con il sì della capogruppo Dem Carla Padovani. I consiglieri comunali del Pd di Verona sfiduciano la capogruppo e ne chiedono le dimissioni per il suo appoggio all’approvazione dell’altra sera della mozione sostenuta dalla Lega e dal sindaco di Verona.

Secondo Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini “la posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile. Crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni”.

“La vita – ha affermato in una intervista al ‘Corriere di Verona’ la Padovani – va difesa universalmente, non sto a guardare di che ‘colore’ siano le mozioni che lo fanno. So che nel Pd ci sono molte persone che condividono la mia opinione“. “L’articolo 2 del codice etico del Pd – aggiunge – parla chiaro e prevede la libertà di coscienza. Quella che io ho applicato giovedì sera”.

“Le dimissioni? – ha detto sempre al ‘Corriere’ la Padovani – E’ una domanda prematura. Intanto con controllerò che quando la mozione diventerà esecutiva i fondi vadano a varie associazioni, non solo a quelle integraliste vicine al consigliere Zelger”.

La posizione del Pd sulla legge 194 a tutela delle donne è chiara e inequivocabile. Noi la difendiamo e la difenderemo senza se e senza ma in ogni sede e sempre”, prova a chiudere le polemiche il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina, a margine di un appuntamento a Milano.

“L’aborto non è un diritto, è un abominevole delitto. Il mio esempio è la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l’anno a due con sussidi alla maternità”, ha detto intanto a ‘la Zanzara’, su Radio 24, Alberto Zelger. “Fosse per me – aggiunge Zelger – la legge sull’aborto, la 194, non dovrebbe esistere. Sono contrario all’aborto, del tutto in linea con la posizione del ministro Fontana. Significa uccidere un bambino nella pancia della mamma”.

“Dopo aver letto la delibera del Comune di Verona posso dire che non capisco davvero perché indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza. A norma di legge dovrebbero farlo tutti i comuni“, scrive su Facebook il senatore della Lega Simone Pillon.

“E’ una enorme strumentalizzazione, che tra l’altro non capisco a chi giovi, visto che il centrosinistra ne esce diviso”, dice il sindaco di Verona Federico Sboarina.

“Viviamo un periodo di nostalgia reazionaria. È quella tensione verso i ‘vecchi tempi d’oro’, in cui però proliferavano, ad esempio, le discriminazioni sessuali e gli aborti clandestini”, ha detto Emma Bonino, in un’intervista a Vanity Fair, a proposito della mozione.

La polemica

Proteste a Verona, dopo l’approvazione della mozione leghista antiabortista passata anche con l’ok della capogruppo del Pd. La mozione definisce Verona “Città a favore della vita”, contiene espressioni critiche nei confronti della legge 194 a 40 anni dall’approvazione, e prevede finanziamenti ad associazioni cattoliche che hanno l’obiettivo di promuovere iniziative contro l’aborto.

Ed è un caso nel caso il voto favorevole della capogruppo dem, Carla Padovani, nota per le posizioni ultra-cattoliche e già al centro di polemiche per avere preteso di essere tolta da un video targato Pd con la prima unione gay a Verona. Una voto, quello di Padovani, che il segretario Maurizio Martina bolla come “un grave errore perchè non si può tornare al Medioevo” e che viene censurato dal candidato alla segreteria Nicola Zingaretti che avverte: “no ai colpi di mano contro la 194”.

Ma lei rilascia un’intervista alla Tv della Cei e ribatte: “Non mi aspettavo tutte queste polemiche – dice- Sull’aborto è un fatto di coscienza. Sulla 194 non mi pare che ci sia una linea chiara del partito”.

In rivolta le donne del Pd con la senatrice Valeria Fedeli e la vicecapogruppo alla Camera Alessia Rotta che chiedono le dimissioni di Padovani. Per Barbara Pollastrini la capogruppo “non ha la consapevolezza del proprio ruolo di rappresentante del Partito Democratico”. Duro anche il giudizio della responsabile diritto alla salute della segreteria Pd, Marina Sereni, che ha definito “del tutto sbagliato e incomprensibile” il voto di Padovani.

“Esterefatta e schifata” si è detta Monica Cirinnà. “Va bene gli appelli all’unità, ma se deve essere un fritto misto – ha spiegato – io non ci sto. Il Pd deve essere un partito fieramente di sinistra”. “Una vergogna. Vogliamo tornare sotto i ferri delle mammane?! Giù le mani dalla #194” ha twittato infine Laura Boldrini (Leu). La mozione ha visto contrario anche M5S che non l’ha votata.

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