Politica
Fiducia al Governo, Conte: “Salvaguarderemo le autonomie. Non siamo razzisti, basta business”
“Ci adopereremo per salvaguardare le Regioni ad autonomia speciale, del Nord e del Sud del Paese, nella convinzione che la prossimità, la sussidiarietà e la responsabilità, ove localmente concentrate, possano contribuire a migliorare la qualità di vita dei nostri cittadini”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nel discorso per la fiducia in Senato.
Un discorso di 75 minuti che ha confermato punto per punto il contratto di governo siglato tra Lega e Cinque stelle. Confermando l’appartenenza all’alleanza atlantica e il rispetto dei parametri europei, in una Ue più equa. Ma anche riorientando la politica estera italiana verso Mosca. Giuseppe Conte si è preso la scena parlamentare elencando oggi al Senato le priorità dell’esecutivo che sta nascendo. Partendo da una duplice premessa: il contratto è “una pagina scritta che vincola” e per il Paese ora “soffia un vento nuovo”.
E poi nessun imbarazzo nell’autodefinirsi “populista e anti-sistema”. “Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo”, ha garantito tra gli applausi. Un’ora un quarto nella quale il premier ha detto che procederà con “umiltà e con determinazione” lanciando il “daspo” e l’agente sotto copertura contro i corrotti, l’inasprimento delle pene per alcuni reati come la violenza sessuale, il carcere per i grandi evasori, la riforma della legittima difesa, i tagli alle pensioni d’oro, la riforma della prescrizione e tanto altro.
POLITICA ESTERA: SI APRE A RUSSIA, VIA LE SANZIONI
Il premier Conte assicura “la convinta appartenenza all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato”. Ma annuncia “una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche” e si cercherà “una revisione del sistema delle sanzioni”. Più “ortodossa” la posizione europea: “l’eliminazione del divario di crescita tra l’Italia e l’Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati”.
IMMIGRAZIONE: NOI MAI RAZZISTI MA BASTA BUSINESS
Dopo aver assicurato che l’Italia “chiederà con forza il superamento del regolamento di Dublino”, Giuseppe Conte ha parlato a lungo di immigrazione premettendo che non sarà un governo “razzista”. Ma si fermerà il “business degli immigrati”, ci saranno procedure efficaci di identificazione e si renderanno “effettive le procedure di rimpatrio”. “Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà”, ha garantito tra gli applausi della sua maggioranza.
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