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Aumentano le meduse nei nostri mari: ecco cosa fare in caso di contatto

Diventano sempre più frequenti gli incontri spiacevoli con questi strani abitanti del mare: le indicazioni operative per affrontare gli effetti urticanti del contatto con le meduse.  ...

Diventano sempre più frequenti gli incontri spiacevoli con questi strani abitanti del mare: le indicazioni operative per affrontare gli effetti urticanti del contatto con le meduse.   Negli ultimi dieci anni le meduse sono aumentate nei nostri mari: la cosa curiosa è che anche loro migrano. Alcuni studiosi hanno notato delle specie tropicali entrate nel Mediterraneo dal Canale di Suez: lo rende noto l’esperta dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Lesina (Foggia), Angela Santucci, intervistata di recente da diverse testate nazionali. Gli avvistamenti di questi organismi gelatinosi sono sempre in aumento. Le “meduse migranti”, quelle provenienti dai Paesi tropicali sono molto pericolose: una loro puntura può provocare anche la morte. Le nostre meduse sono più innocue. Le più pericolose sono la “Medusa Nomade” e la “Caravella Portoghese”, per ora avvistate in Calabria e Sicilia, ma non in Puglia. I tentacoli di questi animali, che all’inizio del loro ciclo di vita sono dei polipi, sono muniti di cellule urticanti. L’aumento delle temperature globali ha prodotto migrazioni di questi particolari abitanti del mare che prima non si vedevano dalle nostre parti. Questa migrazione determina un danno all’ecosistema e un aumento delle minacce per i bagnanti. Bisogna mettere in conto anche i danni all’economia ittica, perché le meduse ostruiscono le reti e fanno morire i pesci. Si tratta comunque di un abitante dei mari molto particolare: esiste una specie di questo animale planctonico che è potenzialmente immortale (Turritopsis Nutricula) perché è in grado di rigenerarsi tornando allo stato di polipo dopo essere diventato una medusa matura. La sostanza urticante che fa male all’uomo “La medusa non morde e non punge” - ricordano gli esperti dell’Ospedale Pediatrico ‘Bambino Gesù’ – i suoi tentacoli emettono una sostanza urticante della pelle che causa irritazioni cutanee dolorose, gonfiore e arrossamento”. Quando si entra in contatto con questo abitante dei mari, si avvertono bruciore e dolori, che dovrebbero attenuarsi entro 10-20 minuti, poi comincia il prurito. La prima cosa da fare è controllare che una parte della medusa non sia rimasta attaccata alla pelle. In un primo momento si può diluire la sostanza tossica bagnando con acqua di mare la parte interessata. I tentacoli possiedono gli cnidociti, cellule molto particolari che funzionano una volta sola: hanno un ruolo difensivo perché paralizzano la preda. L’attacco scatta quando la medusa viene toccata: un meccanorecettore detto cnidociglio dà l’allarme e i filamenti urticanti, detti cnidae, partono all’attacco. La medusa inocula nella preda delle sostanze che le procurano lo shock anafilattico. Il liquido urticante ha un’azione neurotossica o emolliente. Vengono emesse tre proteine che hanno effetto anestetico-paralizzante, allergenico e infiammatorio. I casi di morte per meduse avvengono soprattutto nel sud – est asiatico e nel Golfo del Messico. Cosa fare dopo il contatto con una medusa Se ci si trova a largo, bisogna nuotare verso la riva con calma senza gridare e farsi prendere dal panico. Lavare con acqua di mare la parte colpita ed eliminare con una carta di plastica gli eventuali filamenti residui. Subito dopo è necessario applicare un gel astringente al cloruro di alluminio (possibilmente con una concentrazione del 5 per cento): questo è necessario a bloccare il prurito e a eliminare le tossine. Si tratta di un medicinale molto utile anche nel caso di punture di zanzara. In mancanza è necessario utilizzare una crema al cortisone, che però ha effetti di gran lunga più lenti (anche 30 minuti prima di dare sollievo). Un’altra cosa da ricordare è che dopo il contatto con le meduse è meglio evitare la sabbia sulla parte irritata, inoltre bisogna sempre evitare medicazioni improvvisate con ammoniaca, aceto, alcol o succo di limone. Le complicazioni Reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, vertigini, confusione, disorientamento e nausea sono tutti campanelli d’allarme da non sottovalutare, esattamente come i sintomi di una possibile reazione allergica: in questi casi bisogna fare presto ad allertare il 118. Al telefono verranno date delle indicazioni sul da farsi in attesa dell’arrivo dei sanitari. L’area colpita dalle meduse tende a scurirsi con la luce del sole. Per evitare che la pelle si macchi meglio evitare pomate antistaminiche e l’esposizione al sole. E’ consigliabile coprire l’area colpita fino a quando l’infiammazione sarà passata. In alcuni casi il contatto con la medusa può provocare reazioni di tipo eczematoso o dermatiti. In questi casi bisogna rivolgersi allo specialista dermatologo. G.G.  

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