Blog

realMENTE una Via Crucis 2019 di Papa Francesco che non ci può lasciare indifferenti

Il Papa alla Via Crucis: “Porte chiuse ai migranti a causa dei cuori blindati dai calcoli politici”

Papa Francesco: “Proteggere e integrare è un dovere”

Meditazioni e Preghiere della Via Crucis
Ogni stazione della Via Crucis è accompagnato da una serie di letture e dalla meditazione. Le letture sono in molti casi tratte dai Vangeli, ma non esclusivamente e possono venire anche da altri libri della Bibbia. Le meditazioni sono invece delle riflessioni che si concentrano sull’episodio specifico della stazione della Via Crucis, cercando di coglierne il senso profondo o qualcosa che prima è sfuggito e quindi di offrire un nuovo spunto anche di meditazione. Le meditazioni non sono sempre affidate alla stessa persona o gruppo di persone, ad esempio nel 2018 Papa Francesco ha affidato il compito di scrivere le meditazioni della Via Crucis a degli studenti, affidando al Professor Antonio Monda il compito di guidarli e coordinarli. Le meditazioni cercano spesso di collegare l’episodio biblico con la realtà dei nostri giorni, in modo che il senso della Via Crucis sia evidente anche nel nostro quotidiano e rispetto al mondo in cui viviamo.

La Via Crucis di Papa Giovanni Paolo II

  1. Gesù nell’orto degli ulivi (Marco 14,32-36)
  2. Gesù, tradito da Giuda, è arrestato (Marco 14,45-46)
  3. Gesù è condannato dal sinedrio (Marco 14,55.60-64)
  4. Gesù è rinnegato da Pietro (Marco 14,66-72)
  5. Gesù è giudicato da Pilato (Marco 15,14-15)
  6. Gesù è flagellato e coronato di spine (Marco 15,17-19)
  7. Gesù è caricato della croce (Marco 15,20)
  8. Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce (Marco 15,21)
  9. Gesù incontra le donne di Gerusalemme (Luca 23,27-28)
  10. Gesù è crocifisso (Marco 15,24)
  11. Gesù promette il suo regno al buon ladrone (Luca 23,39-42)
  12. Gesù in croce, la madre e il discepolo (Giovanni 19,26-27)
  13. Gesù muore sulla croce (Marco 15,33-39)
  14. Gesù è deposto nel sepolcro (Marco 15,40-46)

Prostitute, migranti e i morti in mare e nel deserto “protagonisti” della Via Crucis

I testi delle preghiere sono state affidate da Papa Francesco a suor Eugenia Bonetti

I protagonisti della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo sono prostitute, vittime della tratta, minori venduti, i migranti e i morti del deserto e del mare. I testi delle preghiere proposte quest’anno per le stazioni della Via Crucis, sono state affidate da Papa Francesco a suor Eugenia Bonetti missionaria della Consolata e presidente dell’Associazione “Slaves no more”. Il Pontefice prenderà la parola, al termine della Via Crucis con una preghiera conclusiva.

Nella 1ª stazione la figura di Maria è protagonista e nel testo si legge:
“Signore, chi più di Maria tua Madre ha saputo essere tua discepola? Quante mamme ancora oggi vivono l’esperienza di tua Madre e piangono per la sorte delle loro figlie e dei loro figli? Quante, dopo averli generati e dati alla luce, li vedono soffrire e morire per malattie, per mancanza di cibo, di acqua, di cure mediche e di opportunità di vita e di futuro? Ti preghiamo per coloro che ricoprono ruoli di responsabilità, perché ascoltino il grido dei poveri che sale a te da ogni parte del globo. Grido di tutte quelle giovani vite, che in modi diversi, sono condannate a morte dall’indifferenza generata da politiche esclusive ed egoiste. Che a nessuno dei tuoi figli manchi il lavoro e il necessario per una vita onesta e dignitosa”

Nella IIº stazione si ricorda quanto sia

“facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case”

Ma “non è altrettanto facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a vivere nelle baracche ai margini della nostre società, dopo aver affrontato sofferenze inaudite.
Purtroppo questi accampamenti, senza sicurezza, vengono bruciati e rasi al suolo insieme ai sogni e alle speranze di migliaia di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati. Quanti bambini, poi, sono discriminati a causa della loro provenienza, del colore della loro pelle o del loro ceto sociale! Quante mamme soffrono l’umiliazione nel vedere i loro figli derisi ed esclusi dalle opportunità dei loro coetanei e compagni di scuola!”

Nella VIª stazione si parla di bambini impossibilitati ad andare a scuola in tutti i vari paesi del mondo.

Bambini che “sono, invece, sfruttati nelle miniere, nei campi, nella pesca, venduti e comperati da trafficanti di carne umana, per trapianti di organi, nonché usati e sfruttati sulle nostre strade da molti, cristiani compresi, che hanno perso il senso della propria e altrui sacralità. Come una minorenne dal corpicino gracile, incontrata una notte a Roma – racconta la religiosa -, che uomini a bordo di auto lussuose facevano la fila per sfruttare. Eppure poteva avere l’età delle loro figlie… Quale squilibrio può creare questa violenza nella vita di tante giovani che sperimentano solo il sopruso, l’arroganza e l’indifferenza di chi, di notte e di giorno, le cerca, le usa, le sfrutta per poi buttarle nuovamente sulla strada in preda al prossimo mercante di vite!

Si legge nel testo VIIª stazione: “La società attuale ha perso il grande valore del perdono, dono per eccellenza, cura per le ferite, fondamento della pace e della convivenza umana. In una società dove il perdono è vissuto come debolezza, tu, Signore, ci chiedi di non fermarci all’apparenza. E non lo fai con le parole, bensì con l’esempio”

Suor Eugenia parla nell’ottava stazione della “situazione sociale, economica e politica dei migranti e delle vittime di tratta di esseri umani” che “ci interroga e ci scuote”
“Dobbiamo avere il coraggio come afferma con forza Papa Francesco, di denunciare la tratta di esseri umani quale crimine contro l’umanità. Tutti noi, specialmente i cristiani, dobbiamo crescere nella consapevolezza che tutti siamo responsabili del problema e tutti possiamo e dobbiamo essere parte della soluzione. A tutti, ma soprattutto a noi donne, è richiesta la sfida del coraggio. Il coraggio di saper vedere e agire, singolarmente e come comunità. Soltanto mettendo insieme le nostre povertà, esse potranno diventare una grande ricchezza, capace di cambiare la mentalità e di alleviare le sofferenze dell’umanità. Il povero, lo straniero, il diverso non deve essere visto come un nemico da respingere o da combattere ma, piuttosto, come un fratello o una sorella da accogliere e da aiutare. Essi non sono un problema, bensì una preziosa risorsa per le nostre cittadelle blindate dove il benessere e il consumo non alleviano la crescente stanchezza e fatica”

La tredicesima stazione suor ricorda le ventisei giovani nigeriane inghiottite dalle onde i cui funerali sono stati celebrati a Salerno.

“È stato duro e lungo il loro calvario. Prima la traversata del deserto del Sahara, ammassate su bus di fortuna. Poi la sosta forzata negli spaventosi centri di raccolta in Libia. Infine il salto nel mare, dove hanno trovato la morte alle porte della (terra promessa). Due di loro portavano in grembo il dono di una nuova vita, bimbi che non vedranno mai la luce del sole”. “Chi ha pianto? Ci domandiamo di fronte a quelle 26 bare allineate e sovrastate da una rosa bianca? Solo cinque di loro – si legge nel testo – sono state identificate. Con o senza nome, tutte, però, sono nostre figlie e sorelle. Tutte meritano rispetto e ricordo. Tutte ci chiedono di sentirci responsabili: istituzioni, autorità e noi pure, con il nostro silenzio e la nostra indifferenza”

Del deserto e i mari “diventati i nuovi cimiteri di oggi” si parla nella quattordicesima stazione.

“Di fronte a queste morti non ci sono risposte. Ci sono, però, responsabilità. Fratelli che lasciano morire altri fratelli.Uomini, donne, bambini che non abbiamo potuto o voluto salvare. Mentre i governi discutono, chiusi nei palazzi del potere, il Sahara si riempie di scheletri di persone che non hanno resistito alla fatica, alla fame, alla sete. Quanto dolore costano i nuovi esodi! Quanta crudeltà si accanisce su chi fugge: i viaggi della disperazione, i ricatti e le torture, il mare trasformato in tomba d’acqua”

Viene infine ricordata la storia della piccola Favour, bambina di 9 mesi, partita dalla Nigeria insieme ai suoi giovani genitori.
“Durante il lungo e pericoloso viaggio nel Mediterraneo, mamma e papà sono morti insieme ad altre centinaia di persone che si erano affidate a trafficanti senza scrupoli per poter giungere nella (terra promessa). Solo Favour è sopravvissuta: anche lei, come Mosè, è stata salvata dalle acque. La sua vita diventi luce di speranza nel cammino verso un’umanità più fraterna”

Al termine di una Via Crucis 2019, al Colosseo di Roma, molto concentrata sul tema dei migranti e degli ultimi, anche Papa Francesco ha preso la parola.

Ci si attendeva un discorso forte sul tema migranti e alla fine è arrivato.

Al centro del suo discorso, quelle che il Pontefice ha definito “le croci del mondo”, portate dagli sfortunati che scappano dal loro paese alla ricerca di una vita migliore.

Ma anche quelle che pesano sui bambini, stroncati dal dramma della pedofilia.

Il primo tema trattato da Papa Francesco è proprio quello dei migranti.

La loro croce sono “le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici“

Un pensiero, poi, anche per “i piccoli feriti nella loro innocenza e nella loro purezza”, ma anche per “una Chiesa divisa, che soffre gli assalti che arrivano non solo dall’esterno, ma anche dall’interno”

L’appello del Papa: “Basta con la paura dei migranti, la mafia non l’hanno portata i nigeriani”

Il Papa ha portato davanti alla croce di Cristo anche gli anziani che vengono lasciati da soli, “abbandonati persino dai propri figli”, le “famiglie spezzate dal tradimento”, i consacrati che hanno perso la loro vocazione, “il loro primo amore”, come lo ha definito Bergoglio.

Ma non soltanto: c’è stato spazio anche per le “nostre ipocrisie” di ogni giorno, le “nostre numerose promesse infrante”

A pochi giorni dal suo incontro con Greta Thunberg, la giovane attivista svedese per il clima, Papa Francesco ha richiamato anche i temi della sua enciclica

“Laudato sì”, citando tra le croci quella “della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere”

La preghiera del Pontefice è arrivata al termine delle quattordici stazioni della Via Crucis, scandita dalle meditazioni contro i tanti “muri” e “barriere” del mondo, affidate a suor Eugenia Bonetti.

Al termine della serata, Francesco ha lasciato il Colle Palatino e ha fatto ritorno in Vaticano.

Papa Francesco: “Proteggere e integrare è un dovere”

Il Papa alla Via Crucis: “Porte chiuse ai migranti a causa dei cuori blindati dai calcoli politici”

I COMMENTI A CALDO

“Sto seguendo la Via Crucis 2019 su RaiUno …
era da anni che non lo facevo…
Mi sono stupita della “forma” con la quale viene presentata oggi (non so se è la prima volta)…
la trovo molto originale, coinvolgente.
Perché?
Perché oltre a quanto ci si aspetta da un rito religioso come questo, durante le varie stazioni si portano anche esempi attuali di #dolore, #misericordia, #violenza, #immigrazione, #giovanidonne, si parla di #figliabbandonati, #sfruttamentodeibambini, ecc.
insomma si riporta il presente, avvenimenti di cui siamo testimoni tutti i giorni…
questa parola del Signore ti tocca nel profondo, la senti vicina, molto vicina, direi quasi empatica”
{di Nadia Milliery Ognibene}

“Una via crucis che va diritta al cuore… via Crucis di un Dio che si rinnova nelle vie crucis dei crocifissi di oggi… dei crocifissi che incontriamo x le strade e accanto a noi… che x loro e x noi … possa esserci… a partire da questa Pasqua speranza e impegno e lotta e denuncia e luce e forza di Resurrezione! grazie suor Bonetti… grazie papa Francesco x il coraggio delle parole e della testimonianza e grazie perché quella lacrima che stasera non abbiamo trattenuto possa sciogliere indifferenze e chiusure… giudizi e rifiuti.. ci renda più umani tra noi… il ché ci renderà anche più cristiani…”
{di Rosa De Bartolomeo}

“Gli oggetti sono fatti per essere usati.
Le persone sono fatte per essere amate.
Il mondo va storto perché si usano le persone e si amano gli oggetti.” (Eduardo Galeano)
Che questa sia la Pasqua 2019 dove tutti ci convertiamo ad amare le persone e ad usare le cose. Buona Resurrezione” {di Paolo Albano}

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti