Dal ministro dell'Interno sì allo ius soli

Gestire il fenomeno «epocale» dei flussi migratori seguendo una duplice strada: fermare la tratta di esseri umani nei paesi di partenza e favorire l'integrazione sul suolo italiano. Il ministro dell'Interno Marco Minniti ribadisce la sua linea, negando che le migrazioni possano essere definite un'emergenza.
«È un errore catastrofico, che serve solo a favorire i populismi». Una linea che sembra dare dei risultati se, come dicono i dati diffusi dal Viminale, le partenze si sono ridotte del 25%. Sul fronte dell'integrazione, invece, c'è ancora molto da fare. Fra i primi obiettivi elencati da Minniti cè la «chiusura dei grandi centri di accoglienza, perchè per quanto ci si sforzi di gestirli nella maniera migliore, non sono la via maestra dell'integrazione».
Meglio piccole strutture, da 80-90 posti, distribuite sul territorio e destinate a chi deve essere rimpatriato. Sempre sul fronte dell'integrazione, il ministro ribadisce l'importanza di approvare presto la legge sullo ius soli. Per questo si appella alla «coscienza di ogni singolo parlamentare» affinché si trovino i numeri anche fuori dalla maggioranza. Perché l'integrazione è una questione cruciale «dei prossimi 15 anni. Chi integra meglio costruirà paesi più sicuri».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Ottobre 2017, 05:00