L’Etruria

Redazione

Per chi suona la campana a Cortona?

Preoccupazioni e voglia di cambiamento dal Circolo PD di Terontola.

Per chi suona la campana a Cortona?

E’ un venerdì sera come tanti altri quello del nove marzo a Terontola. Un dopo cena da strapaese e quasi nostalgico del suo passato contadino  e artigiano novecentesco, ma , mentre nella contigua sala ritrovi del Centro sociale tante coppie di mezz’età, e anche diversamente giovani, si cimentano in qualche momento di svago e di ballo liscio, nella saletta delle discussioni una trentina di terontolesi e dintorni iscritti al locale Circolo pd , convocati dal giovane ed attivo Alessio Battaglini, si cimentano in un pacato,articolato, interessante dibattito sulla politica nazionale e territoriale del loro partito.

C’è voglia, passione  e serietà civica in questi iscritti che pendolano tra ieri e domani con tanta amarezza verso gruppi dirigenti autoreferenziali e quasi sordi alle loro tante raccomandazioni, riflessioni messe in campo dal circolo in questi ultimi anni sotto la guida di Silvano Angori, Gian Luca Fragai e Lorena Tanganelli. Gli iscritti accorsi in massa all’appello del giovane barbuto Alessio (quasi un “arsumiglio” del giovane Fidel, come mi dice un sempre verde Enrico Mancini, che ancora va fiero  delle sue radici socialiste  pertiniane) che fatica non poco nel suo outing di riconoscimento di “un rapporto spezzatosi in maniera brusca ed imprevedibile tra democratici e società locale dove abbiamo perso circa milletrecento voti ”.  “Dove è emersa una formazione politica quasi inesistente nel duemilatredici che è stata votata da tanti del nostro popolo”, come elenca il giovane consigliere comunale Fragai , sciorinando una lunga lista di contatti personali avvenuti nell’immediato post-voto.

E’ impossibile riportare qui tutti gli interventi , lunghi e meno lunghi, ma tutti animati da nuova ed antica passione politica, civica e sociale.

Ne trascrivo però alcuni che son riuscito a segnare nel mio taccuino di giornalista di strada.
La crisi viene da lontano, dice un iscritto. Parte dagli anni 1990, cioè da quando nel 1994 si passa dalla società personalistica a matrice cristiana e socialista alla società individualistica neoliberale di Berlusconi e compagnia bella. Quando con il superamento delle ideologie si buttano alle ortiche i valori fondamentali della solidarietà, della partecipazione democratica alla vita pubblica, del pluralismo; quando anche la società italiana si affida alle lobbyes, agli affari riservati e si abbandona il popolo al suo destino di homo homini lupus”.

“A Cortona, come altrove – aggiunge un altro iscritto -  emergono classi politiche che si accontentano di una società liquida, telecratica e anche i nostri sindaci si accontentano di mantenere il potere solo grazie al tesoretto civile e culturale accumulato dai vecchi dirigenti politici social-comunisti e dalle case del popolo del pci”

Oggi,dice un altro iscritto, mentre si sta consumando la crisi della fine alla seconda repubblica mai cresciuta veramente, in Italia  si sta passando ad una sconosciuta terza repubblica e  il nostro partito deve innanzitutto rendersi conto del dato eclatante che dal 2014 ad oggi  abbiamo  perso venti punti non solo a livello nazionale, dove siamo passati dal quaranta al diciotto e mezzo per cento. A livello locale siamo al ventisette e mezzo, ma davvero lontani da quel cinquantun percento che permise alla nostra brava Francesca di essere la prima donna sindaco di Cortona. Se non si capisce come sono andate le cose e si dà la colpa , come sta tentando di fare qualcuno, agli elettori ignoranti, allora si che  la frittata è fatta”.

“ L’usciata è stata forte e devastante, insiste un altro iscritto. Ritrovare un nostro feeling con i cittadini , con le nostre persone non sarà facile, ma sarà possibile, come è avvenuto altre volte attraverso la definizione, l’elezione di un nuovo gruppo dirigente a tutti i livelli. Un nuovo gruppo dirigente che si avvalga delle competenze di quelli che hanno perso e che necessariamente dovranno fare un passo indietro, tornando a fare i semplici frati”.

“Sia ben chiaro, chiosa subito dopo un altro iscritto, qui non c’è nulla di personale contro Renzi e i renziani. Si tratta di far capire a chi non è stato capito dagli elettori, a chi è risultato antipatico ai cittadini di starsene un po’ a riflettere seriamente, a studiare cosa vuole il popolo visto che il popolo li ha bocciati”.

“ Concordo, aggiunge con appello accorato un altro iscritto. Ora, è bene dirlo ad alta voce, qui Renzi e i renziani non c’entrano quasi più nulla. Guai ad essere maramaldi nei loro confronti. Devono fare autocritica e accettare persone dallo stampo antico, che credono ai valori di una società solida, valoriale, fatta di gente che lavora, che ha sale in zucca e che sa ascoltare tutte le persone, dal professorone all’incolto, dal ricco al povero in quanto tutte persone che vivono la loro giornata onestamente e guadagnandosi da vivere con il sudore della loro fronte”.

“Eh  sì, insiste un altro iscritto, ci vogliono persone  all’ altezza dei tempi nuovi che l’Italia e il nostro territorio sono chiamati a vivere. Il  nostro partito, ultimo partito di massa, nato dall’ incontro delle culture democratiche di comunisti, socialisti e democristiani, non deve scomparire. E’ troppo importante per il futuro del nostro paese, per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Senza il partito democratico chi tutelerà la Costituzione più bella del mondo, cioè la legge fondamentale su cui si fonda la nostra democrazia repubblicana ed antifascista?”

Quando, dice una signora quarantenne, ci si dimentica che l’uomo non vive di solo pane , ma chiede formazione, cultura e attenzione alla sua dignità personale è logico che se qualche politico mette in atto leggi che attentano alla sua dignità di lavoratore, di persona umana egli abbandoni quel politico per rivolgersi ad altri politici che promettono rinnovamento anche su visioni muscolose della democrazia istituzionale. Di questo il partito democratico deve tenere conto nello scegliere dirigenti che propugnano la strada del neoliberismo economico e dei sacrifici solo verso una parte della società mentre una cerchia ristretta di benestanti e ricchi ingrassano sempre di più e traggono vantaggi da crisi generali e mondiali fatte esplodere come una volta si facevano esplodere le guerre”.

“Inoltre, aggiunge una giovane iscritta, non sono da tenere a bagnomaria problemi territoriali come quelli del nostro stadio o di vero e proprio disamore verso il declino della nostra stazione ferroviaria che per omaggiare Arezzo è diventata una stanzioncina di serie b, mentre prima era un vero interporto territoriale anche di movimentazioni merci e soprattutto un grande collegamento per la mobilità turistica e lavorativa degli abitanti del Trasimeno, della Valdichiana cortonese e senese e della stessa Valtiberina tifernate. Un abbandono ed una sudditanza agli interessi aretini che ha portato a non riuscire nemmeno a riavere le fermate di tutti gli intercity e a subire la beffa di un Freccia Rossa per Milano che transita a sette km all’ora e che non trova un minuto per fare fermata”.

A proposito di treni, interloquisce un altro iscritto, ma non era meglio se Renzi invece di prendere un treno per girare l’Italia prendeva una macchina popolare e faceva come hanno fatto Salvini e Di Maio e veniva in tutti i comuni almeno toscani ad ascoltarci?  Ah, ma è vero a Terontola ormai fermano solo i treni regionali. Il suo treno nazionale è passato senza neanche il classico fischio di saluto, perché come è cattiva abitudine di Trenitalia (la società che glielo aveva affittato) il suo treno è transitato da noi in grande ritardo e ad urne già chiuse”.

“Bella, proprio bella sta battuta, risponde un iscritto renziano, è meglio che vado a letto, tanto stasera non è aria di farvi il riassunto di tutto quello che ha fatto il nostro Renzi per il bene nostro e degli italiani”.

La discussione si frammenta in alcune botte e risposte tra gli iscritti presenti, ma il giovane  segretario del circolo, il simpatico Fidel terontolese come lo chiamano alcuni, chiude la discussione ringraziando tutti per i positivi, appassionati contributi portati al dibattito, che “rimane aperto e senza replica conclusiva in attesa di una nuova, prossima riunione”.

Anche il cronista, che ha riempito il suo intero taccuino, promette di scrivere un articolo sintetico  e di fargli avere, per un suo uso politico personale, tutti gli appunti che non riuscirà a pubblicare .

Post-scriptum: Il cronista però al termine della riunione terontolese rimane ancora per quasi un’ora a  discutere di politica davanti al Centro sociale, dove si sono appena smorzate le ultime note del liscio terontolese con Fabio Bennati, Ivo Calzolari ed Enrico Mancini e dove, tra un saluto e l’altro alle ultime coppie che escono dalla sala ballo per andare a casa, vedendo la popolarità di questi tre terontolesi e ascoltando le richieste di lumi politici che questi cittadini cortonesi rivolgono loro, non può fare a meno di prendere altri appunti e di trascriverli. “Il Pd, rispondono con parole quasi identiche Fabio, Enrico ed Ivo, ha ancora molto da dire nella politica italiana e locale. Ha  tanto da  proporre alla comunità locale e della piccola patria sia in termini valoriali sia in termini di prassi operativa politica, economica e sociale. Una prassi però, un' azione che deve partire dal recupero di fiducia nel territorio,  tra le famiglie delle varie frazioni cortonesi dove la paura dell’ immigrazione, la domanda di sicurezza, la domanda di lavoro e di progresso si sono indirizzate soprattutto sulla Lega di Salvini e dove i Cinquestelle hanno conservato o solo leggermente aumentato la 'domanda  di nuovo' emersa nel 2013.
Una cosa è certa: le elezioni politiche d' inverno non portano fortuna al pd e la prossima volta sarà il caso di votare in mesi primaverili, Anche  se questa è solo una battuta e serve solo a sdrammatizzare, di una cosa il Pd deve assolutamente far tesoro. La gente ha partecipato e si è espressa. Ha chiesto cambiamento. Basta con i marchesi del Grillo che dicono ai cittadini 'io so io e voialtri non siete nessuno'. Basta con chi pensa che il popolo, davanti ai bisogni materiali e culturali che domanda, non sia da ascoltare e tenere nella dovuta considerazione. Anche il più povero e bisognoso ha  una dignità umana, che va sempre rispettata e considerata anche se la pensa in maniera diversa. E’ con il dialogo e con la discussione argomentativa che si cambiano i convincimenti e si ottengono i consensi per far camminare i progetti politici, non certamente con le imposizioni o con gli aut-aut. Soprattutto è ora di finirla con la tiritera che ascoltare il ceto medio , la pancia vera del paese dell’Italia sia un errore politico. Perché poi dando troppo ascolto ai burocrati di Bruxelles, alle lobbies degli affari, ai circoli dei ricconi, il popolo vota altrove e si rivolge ad altri leaders, che magari hanno anche disegni politici sconosciuti o che non sappiamo a chi possano rispondere veramente. I dati del risultato elettorale cortonese sono davvero un brutto risveglio per coloro che ancora hanno amore al Pd: Senato,quarantun per cento al Centrodestra, trenta e mezzo al Pd e centrosinistra, venti per cento  ai Cinquestelle; Camera, quarantun per cento al Centrodestra, trentun e mezzo per cento al Pd e  centrosinistra, diciannove e quaranta ai Cinquestelle. Scorporando, Lega al ventitré per cento e Pd al ventinove per cento. Andando poi a veder in un piccolo seggio cortonese emblema storico delle vittorie bulgare del pci e della sinistra , troviamo: 118 voti al Pd,103 voti alla lega, 92 voti al Cinquestelle, 70 voti a Forza Italia, 22 voti a Fratelli d’Italia,13 voti a Liberi ed uguali, 8 voti a Casapound. Non è un bel segnale.

Su questi numeri che i tre amici terontolesi mi mettono sotto il naso, do loro la buona notte, con la promessa di scriverne . Cosa che faccio, lasciando ai lettori le loro riflessioni sul futuro che attende Cortona e i cortonesi.

Ivo Camerini