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Immigrati, agli stupratori di Rimini hanno fatto lo sconto

Giulio Bucchi
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Se la sono cavata con nove anni e otto mesi i tre stranieri minorenni accusati delle violenze sessuali che lo scorso agosto hanno scosso Rimini e l' Italia intera per la brutalità con cui il branco ha stuprato e rapinato. Ieri nel Tribunale per Minori di Bologna, in rito abbreviato, è stata emessa la sentenza per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16. Guerlin Butungu, congolese 20enne considerato il capo del gruppo, era invece già stato condannato a 16 anni dal Tribunale di Rimini. Il pm in quel caso aveva chiesto 14 anni e due mesi di reclusione. In realtà il pm aveva chiesto per i tre minori una pena più alta: dodici anni. Il gup Luigi Martello ha considerato le attenuanti e ha sentenziato 28 mesi in meno. La pena si è inoltre abbassata per lo sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato (opportunità che per qualcuno dovrebbe esere negata per i reati più gravi) e in considerazione della minore età dei ragazzi. Leggi anche: Trans stuprata da 4 bestie a Rimini, la sua lettera a Mattarella La decisione è arrivata ieri dopo meno di un' ora di camera di consiglio. I tre sono stati ritenuti responsabili di tutti gli otto capi d' imputazione che gli venivano contestati. Il violentissimo stupro di una turista polacca, poi le botte a un connazionale, la seconda violenza sessuale ai danni di una prostituta trans peruviana. Non solo. A loro carico anche l' aggressione avvenuta nei giorni precedenti ai danni di un' altra coppia. Alla lettura della sentenza, nessuno di loro ha avuto reazioni particolari. Del resto lo "sconto" era già stato preventivato, spiegato e motivato dai rispettivi difensori. Secondo i legali, sentiti ieri, i tre ragazzi avrebbero compreso oggi la gravità dei fatti e le loro colpe. L' avvocato Defendini, poco prima di mettere piede in aula, ieri ha dichiarato: «È un processo sulla pena, sulle responsabilità, c' è poco da dire». Orrore, violenza inaudita, ferocia. I quattro giovani la scorsa estate si sono resi protagonisti di episodi davvero inquietanti, tanto da accendere i riflettori di stampa e tivù, per molti giorni e in tutto il Paese, sul caso di Miramare di Rimini. Quel 26 agosto 2017 Guerlin Butungu e gli altri tre ragazzi hanno dato il via ad una nottata da "arancia meccanica" sulle spiagge riminesi. Tra gli ombrelloni, meta di incontri notturni in estate, hanno trovato una coppia polacca. Dopo aver scambiato alcune chiacchiere con i due, è scattato l' incubo. I quattro si sono avventati sulla donna polacca e l' hanno stuprata ripetutamente, a turno, dopo aver immobilizzato il suo amico. Subito dopo la prima violenza, nel cuore della notte, i quattro si sono avventati anche su un transessuale di origine peruviana. Le due vittime hanno avuto il coraggio di raccontare quanto accaduto agli inquirenti che si sono messi subito alla ricerca del branco. Come parti civili, oltre ai due ragazzi polacchi e la transessuale peruviana, si sono costituiti il Comune di Rimini, la regione Emilia Romagna, l' Ausl Romagna e l' associazione Butterfly anti-violenza e anti-stalking. Lo stesso Comune di Rimini, per voce del vicesindaco Gloria Lisi, dopo aver rivolto un pensiero alle vittime, ha espresso soddisfazione per i tempi rapidi con i quali si è chiusa la vicenda dal punto investigativo e giudiziario. Per il segretario della Lega in Romagna, Jacopo Morrone: «È una sentenza che lascia l' amaro in bocca, troppo indulgente rispetto alla gravità dei reati commessi. Il rito abbreviato è una possibilità che per determinati reati come lo stupro e l' omicidio dovrebbe essere abolita». di Simona Pletto

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