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Papa Francesco torna a fare politica: quella frase sugli "stranieri" e il legittimo sospetto su Matteo Salvini

Andrea Tempestini
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Papa Francesco è tornato a parlare di immigrati ed immigrazione. Come ha notato Antonio Socci, toh che caso, è tornato a farlo proprio al termine della campagna elettorale e dopo la vittoria di Matteo Salvini al voto (nelle ultime settimane, il Pontefice, su un tema a lui così caro non si era espresso). "Il mondo oggi è spesso abitato dalla paura. È una malattia antica: nella Bibbia ricorre spesso l'invito a non avere paura. Il nostro tempo conosce grandi paure di fronte alle vaste dimensioni della globalizzazione - ha affermato a Santa Maria in Trastevere, in occasione dei 50 anni della Comunità di Sant'Egidio -. E le paure si concentrano spesso su chi è straniero, diverso da noi, povero, come se fosse un nemico". E ancora, Francesco ha aggiunto: "E allora ci si difende da queste persone, credendo di preservare quello che abbiamo o quello che siamo. L'atmosfera di paura può contagiare anche i cristiani che, come quel servo della parabola, nascondono il dono ricevuto: non lo investono nel futuro, non lo condividono con gli altri, ma lo conservano per sé. Se siamo da soli, siamo presi facilmente dalla paura". Insomma, per il Papa "la paura dello straniero" può contagiare anche i cristiani. Parole che sembrano rivolte a chi, come Salvini, si batte contro l'immigrazione. Parole dalla fortissima connotazione politica, insomma. Leggi anche: Papa Francesco, spunta il documento che lo inguaia

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