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Parlamento, approvato il Rosatellum-bis: come sarebbero oggi Camera e Senato

Matteo Legnani
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La Camera ha approvato il Rosatellum con 375 voti a favore e 215 contro. Era 441 la soglia attesa, segno che i "franchi tiratori" nella maggioranza ci sono stati, ma non hanno inciso anche considerato il largo margine a Montecitorio. Diverso il discorso al Senato, dove Pd, Forza Italia, Ap e Lega Nord hanno uno scarto decisamente inferiore e il rischio di imboscate sarà più alto.  Se ance Palazzo Madama dirà sì, sarà dunque questa la legge elettorale con cui andremo al voto (forse a marzo) nel 2018. Un sistema elettorale misto, che comprende una quota di seggi allocati con il sistema uninominale maggioritario e un'altra quota, invece, attribuita con il proporzionale. Già, ma che Parlamento sarebbe quello uscito dal voto con questa legge se si votasse oggi? Un sondaggio Doxa dice (come altre rilevazioni confermano) che il centrodestra formato da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia dovrebbe raggiungere alla Camera dei deputati una percentuale di preferenze tra il 35 e il 40%. Una percentuale che equivarrebbe a un numero di deputati eletti nei 231 collegi uninominali tra i 140 e i 150, con gli altri che andrebbero ripartiti in ordine decrescente a Pd, Movimento 5 Stelle e sinistra. Per quanto riguarda i seggi rimanenti, attribuiti con il proporzionale, il centrodestra dovrebbe arrivare a 140, mentre Dem e Movimento 5 Stelle ne otterrebbero un centinaio circa a testa. Risultati che consegnerebbero al centrodestra un numero di seggi alla Camera superiore ai 250 ma sicuramente inferiore a quei 316 che varrebbero la maggioranza assoluta. Lo stesso, seppur con numeri diversi, dovrebbe accadere al Senato, per il quale il Rosatellum bis prevede un sistema elettorale analogo.

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