Cerca
Logo
Cerca
+

Ripescato il vecchio Matteoli per cercare volti nuovi in Fi

Giovanni Ruggiero
  • a
  • a
  • a

Nel giorno in cui galoppano le tensioni attorno a Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice che conferma di voler correre per la Regione Lazio, Silvio Berlusconi lancia un comitato per lavorare sulle candidature. In agenda ci sono le Politiche e Regionali di peso (oltre al Lazio, la Lombardia, il Molise e il Friuli Venezia Giulia). Il gruppo è un vero e proprio argine agli appetiti degli alleati, Lega in testa, e il Cavaliere ha dato il volante all' ex ministro e senatore Altero Matteoli. Nella commissione ci sono pure il responsabile organizzativo Gregorio Fontana e Sestino Giacomoni. L' ex premier assicura che i suoi fedelissimi «lavoreranno con gli alleati», ma la tensione resta alta. Ieri, nessun incontro Berlusconi-Meloni-Salvini, e nemmeno tra il Cavaliere e la leader di Fratelli d' Italia. In mattinata s' era diffusa la voce di un pranzo tra Silvio e Giorgia. Falso: i tre erano sparpagliati per l' Italia. L' ex premier a Roma. La Meloni a Pescara. Il leghista a Milano. È in questo clima che Pirozzi stuzzica la compagnia: «Vedo un po' di nervosismo diffuso. Mi candido per cambiare le cose». Da Fi diverse reazioni, ma tutte tra il gelido e il freddino. «Le candidature devono unire e non dividere» chiosa il consigliere regionale del Lazio Mario Abbruzzese. «Siamo pronti alle primarie, ma con regole certe» detta il leader regionale Claudio Fazzone. «Un' autocandidatura non serve all' unità del centrodestra, ma vedrei bene Pirozzi nella squadra di governo» sostiene il coordinatore romano Davide Bordoni. «Serve unità» ammonisce Mara Carfagna. «Il nervosismo è sintomo di debolezza» rilancia Pirozzi. Servirebbe una chiacchierata tra alleati, ma Salvini sbuffa: «So che si vedono Berlusconi e la Meloni, io li vedrò più avanti». Nel giro di un amen, piomba la smentita (macché, «in agenda non c' era nessun pranzo» sibila la leader di FdI), ed è a questo punto che Berlusconi ufficializza la nascita della commissione con Matteoli, che ringrazia «per la fiducia». Poi, il presidente azzurro accarezza il dc Gianfranco Rotondi assicurando che «lo scudo crociato sarà sulla scheda». Fibrillazione tra gli alleati: al di là delle carinerie ai democristiani, in Friuli Venezia Giulia Salvini ha già lanciato Massimiliano Fedriga. Fi non vuole, la Meloni insiste: «Vediamoci tutti e tre». Matteo prende tempo e dice tutto il possibile per irritare Fi. Il candidato Pirozzi non convince gli azzurri? «A me piace». Gli azzurri lanciano la commissione per le candidature? Be', la Lega «sta già lavorando al programma». I rumors spifferano che al Cav non dispiacerebbe il voto a maggio, con la speranza d' essere riabilitato da Strasburgo? «Votiamo a febbraio!». Berlusconi ha sostituito il pericolo dei comunisti con quello dei grillini? Dal Carroccio lanciano messaggi amorosi ai 5 Stelle, tanto che il blog di Grillo li definisce «stalker». Addirittura, Giancarlo Giorgetti fantastica su un patto di governo Lega-M5S «per un anno» ma il grillino Toninelli chiude. La Meloni, che nel Lazio potrebbe schierare anche la carta Fabio Rampelli, sparge saggezza femminile: «Il risultato siciliano ci dà un' idea chiara di che cosa bisogna fare nel futuro», ossia (anche) stare uniti. Pronostico: le nozze a tre si faranno. Ma che fatica. di Matteo Pandini

Dai blog