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Laura Boldrini, Pietro Grasso le frega il posto a sinistra: si dovrà alleare con il Pd di Matteo Renzi, che critica da mesi

Giovanni Ruggiero
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Il destino del presidente del Senato, Pietro Grasso, è ormai segnato, quello della presidenta della Camera, Laura Boldrini, quasi. Domenica 3 dicembre Grasso riceverà l'investitura a candidato premier della sinistra dura e pura, quella messa in piedi da Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Il discorso di Grasso alla kermesse organizzata dalla triplice post-comunista, che si chiamerà "Liberi ed uguali, con Grasso presidente", certifica la rottura senza ritorno con il Pd, oltre che con Campo Progressista di Giuliano Pisapia, il movimento che la Boldrini sperava di scalare proprio per ricevere lei, e non Grasso, l'agognato ruolo di candidato premier della sinistra italiana. La presidenta però non ha di che disperarsi, perché la campagna acquisti del Pd è appena cominciata. Persa definitivamente la stampella sinistra, Matteo Renzi ha da tempo mandato in avanscoperta Piero Fassino per trattare con qualche ex compagno ancora indeciso. Uno di questi potrebbe già essere l'ex sindaco di Milano, che secondo Il Sole 24 Ore sarebbe sempre più ben disposto a un'alleanza con i Dem. Lo scorso novembre, la Boldrini aveva strappato applausi scroscianti alla kermesse di Campo progressista quando aveva tuonato dal palchetto: "Ad oggi non ci sono le condizioni per un'alleanza con il Pd". Il tempo però passa e certe sparate, si sa, in campagna elettorale se le porta il vento. La Boldrini non potrà far altro che seguire Pisapia, sempre se spera ancora di trovare uno strapuntino per candidarsi, e dovrà buttar giù il boccone amaro di un'alleanza con Renzi. Un'alleanza suicida, per il Pd e l'ex premier: quanti voti perderanno schierando la presidenta?

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