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Luigi Bisignani a Silvio Berlusconi: "Promette seggi a cani e porci, ma senza Denis Verdini è dura gestire la situazione"

Andrea Tempestini
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"Paolo Gentiloni ci ha preso gusto e non vuole proprio lasciare Palazzo Chigi". Esordisce così Luigi Bisignani in un'intervento su Il Tempo, dove sottolinea come il premier "non ci pensa per niente di salire al Colle a presentare le dimissioni, anzi si è convinto che ci sia davvero ancora molto da fare, dalle leggi per il fine vita allo ius soli". E in questo, aggiunge, trova in Matteo Renzi "un alleato molto prezioso". Già, perché al leader Pd in caduta libera nei sondaggi conviene prender tempo. E Sergio Mattarella, continua Bisignani, non gradirebbe affatto questa situazione: "Non è escluso che chieda ai capigruppo del Pd di confermare la fine della legislatura e mandi davvero tutti a votare a marzo, per tenersi poi la carta, come è avvenuto in Spagna, di un nuovo possibile voto a giugno, in caso di ingovernabilità". E Berlusconi? Già, il Cavaliere? Bisignani si dice convinto che chi cerca di convincerlo che sarà riabilitato stia sbagliando. "Gli converrebbe approfittare di questo stato di grazia per andare a votare il prima possibile - sottolinea Bisignani -; per di più con un alone da agnello sacrificale che tanto piace agli italiani". Poi, una seconda tirata d'orecchie. Secondo l'uomo che sussurrava ai potenti, "in questo clima di pericolosa euforia il Cavaliere sta promettendo a cani e porci seggi sicuri, ma, nelle condizioni organizzative in cui si trova Forza Italia, non ha ancora individuato chi possa far quadrare le sue generose promesse". Il punto, a suo parere, è che "sembra mancare un Verdini che sappia assecondare i suoi reconditi desiderata. E c'è il rischio che succeda quello che è avvenuto in passato, a livello locale, e cioè molte liste che non arriveranno neppure al via libera delle Corti d'appello territoriali. Silvio, come dice Woojtyla, damose da fa'"', conclude Bisignani.

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