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Matteo Renzi non sa dove candidare Paolo Gentiloni

Matteo Legnani
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Scorrendo la mappa dei collegi uninominali realizzata da Ipsos e riportata dal Corriere della Sera, l'Italia appare una lunga penisola azzurra con qualche pois giallo e una sottilissima strisciolina rossa. Dove con l'azzurro l'istituto di Pagnoncelli ha ha colorato i collegi che andranno, secondo i sondaggi di fine dicembre, al centrodestra, con il giallo quelli che finiranno in mano al Movimento 5 Stelle e con il rosso quelli del centrosinistra. La "strisciolina rossa" è quella formata da Toscana, Umbia ed Emilia Romagna: nella prima il centrosinistra vincerebbe in 12 collegi su 14, nella seconda in 3 su 3 e in Emilia-Romagna in 14 su 17 collegi. Altrove, per i dem, è un bagno di sangue azzurro-giallo. E a Largo del Nazareno si stanno spaccando la testa nel tentativo di accoppiare quei pochi seggi sicuri ai notabili di partito che non possono uscire sconfitti dalle sfide testa a testa che la legge elettorale propone. Un rompicapo pare essere, addirittura, la "sistemazione" del premier uscente Paolo Gentiloni. Il piano era candidarlo in uno dei collegi uninominali della Capitale, la sua città natale. Si voleva infatti sfruttare la sua popolarità per farlo uscire da vincente per distacco da una sfida col maggioritario: un risultato che ne avrebbe ulteriormente accresciuto la stima e la fiducia in vista di incarichi successivi. Ma degli 11 collegi elettorali uninominali di Roma, il Pd potrebbe intestarsene solo due: Parioli-Trieste e Centro Storico. E, in una scala che va da "sicuro" a "perso" passando per "probabile" e "difficile", i due collegi romani sono dati dagli spin doctor elettorali piddini solo come "probabili". Troppo poco, per una figura come quella di Gentiloni che ricoprirà un ruolo importante per il Pd dopo le elezioni sia che a vincere a livello nazionale sia il centrosinistra o il centrodestra. Insomma, il partito non può permettersi un Gentiloni battuto nel suo collegio elettorale, perchè lui è una delle poche figure "trainanti" che restano a Renzi e soci. Le alternative sono due: farlo uscire dalla rosa dei candidati al maggioritario e farlo giocare solo nei listini "bloccati" del proporzionale assicurandogli così la rielezione, oppure candidarlo ma non a Roma. Forse in Umbria, forse in Emilia o Toscana. Dove però "ruberebbe" il posto ad altri "big". Leggi anche: Sondaggio Ixè: Pd, i collegi sicuri tra Toscana ed Emilia-Romagna

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