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Matteo Renzi, colpo mortale al Pd: il pezzo da 90 che non si ricandiderà

Giulio Bucchi
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È passata quasi inosservata, ma l'auto-rottamazione di Vannino Chiti è un altro brutto, bruttissimo segnale per il Pd e soprattutto per Matteo Renzi. Storico senatore, governatore della Toscana, sindaco di Pistoia, uomo fortissimo della sinistra di governo in una delle regioni più rosse d'Italia, Chiti non si ricandiderà e intervistato dal Quotidiano nazionale spiega perché. "Non correrò per le prossime politiche ma non smetto di far politica". Nessuna poltrona in vista, la sensazione di aver anticipato una decisione calata dall'alto: "Li ho preceduti - spiega ridendo -, se volevano rottamarmi han guardato male il calendario". Rifiuta l'immagine di un Pd partito della rottamazione, anche se non ha mai sopportato questa parola: "Ho polemizzato subito con Renzi e con i suoi. Rottamazione esprime una concezione umana e politica che non è la mia. Nemmeno un po'". Di sinistra, fondatore del Pd, non renziano, il 70enne Chiti rifiuta categoricamente due cose: incolpare Renzi del fallimento storico del Pd ("Il bilancio ha luci e ombre. Diciamo che le sofferenze si sono accumulate negli ultimi anni") e dare dei "traditori" agli ex dem finiti in Liberi e Uguali: "Non mi pare una grande idea andarsene prima di un congresso. Hanno sbagliato a non tentare sino all'ultimo di cambiare le cose", ma sono comunque "compagni di una vita. Compagni con cui parlare. Mai e poi mai taccerò nessuno di nemico. Non lo faccio con la destra, figuriamoci con D'Alema". 

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