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Matteo Renzi e il tesoretto del Rosatellum: il trucchetto che può far vincere le elezioni al Pd

Giulio Bucchi
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Vuoi vedere che, alla fine, le elezioni le vince il Pd? Di sondaggi non si può parlare, di numeri nemmeno. Ma a svelare la segreta speranza di Matteo Renzi è semplicemente il meccanismo (astruso, fino alla perversione) della legge elettorale. Nel cuore del Rosatellum-bis, come suggerisce un retroscena di Repubblica, è nascosto un "un tesoretto" per il Nazareno che potrebbe gonfiare le percentuali finali dei dem. Dipenderà tutto dal voto del candidato uninominale: votare un nome secco, senza barrare il simbolo del partito, magari anche come parziale forma di "presa di distanza" dalla coalizione, potrebbe al contrario portare acqua al mulino del Pd. Leggi anche: "Se il Pd perde...", Renzi l'ha detto davvero È il cosiddetto "suffragio del candidato": "In ogni singolo seggio - spiega nel dettaglio Repubblica - gli scrutatori conteranno parallelamente i voti sui simboli e quelli espressi soltanto sui candidati uninominali". I consensi per i candidati verranno poi ripartiti proporzionalmente tra le forze della coalizione rispettando le percentuali elettorali ottenute da quei partiti nel plurinominale. Un bel regalino al Pd, che all'interno della coalizione di centrosinistra, come minimo, raccoglierà l'80% dei voti.  A testimonianza di quanto nel Nazareno sperino in questa combinazione c'è la letterina che il premier Paolo Gentiloni, candidato a Roma, ha mandato ai suoi elettori: il "consiglio" è quello di barrare solo il suo nome, non il simbolo del Pd. Non è un caso: anche per questo Renzi ha preteso che tutti i nomi pesanti del governo si candidassero. Non servirà probabilmente a fare del Pd il primo partito, ma potrebbe bastare per far guadagnare alla coalizione la maggior rappresentanza parlamentare. Misteri della fede (nella legge elettorale).

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