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Amedeo Laboccetta avverte Matteo Salvini: "Quando Gianfranco Fini ha deciso di non fumare più ha perso colpi"

Andrea Tempestini
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Ancora una volta Vittorio Feltri ha ragione, anche quando affronta temi fumosi come il tabacco, le Marlboro. Ed i tormenti di Matteo Salvini. Sottolineare che il fumo fa malissimo è un'ovvietà. Ma è altrettanto vero che dopo lunghi anni di dipendenza il sospender di botto può provocare reazioni incontrollate. Leggi anche: Fini è sparito? Quell'inquietante silenzio... Ricordo ciò che accadde a Gianfranco Fini poco dopo la sua elezione a Presidente della Camera. Era entrato nella categoria dei pentiti. Dopo una vita dietro le sigarette. Per poi passare a quella dei traditori. Che, come è noto, sono sempre i peggiori. Infatti, dopo essersi pentito d'aver concesso a Berlusconi l'ok al Pdl, avviò una guerra spietata nei confronti dei fumatori. Diventò insopportabile. Aveva sempre in tasca delle particolari caramelle cosiddette antifumo e gomme americane. Masticava a più non posso. La sua bocca era sempre in movimento. Straparlava. Era sempre nervoso, a tratti irascibile. Non sopportava la benché minima critica. E cominciò a odiare anche i fumatori. Tant'è che quando gli feci presente che a Montecitorio non esisteva, a differenza del Senato, una saletta fumatori, e che ne sollecitavo una, anche per i deputati, con una spesa molto contenuta, mi rispose che non ne vedeva la ragione. Obiettai che la maggioranza degli eletti a Montecitorio, oltre che dei giornalisti parlamentari e di quanti frequentavano quel Palazzo per motivi di lavoro avrebbero apprezzato. E che il pur ampio cortile, soprattutto d'inverno, dove noi viziosi solitamente ci rifugiavamo per qualche veloce boccata, tra i vari voti dell'aula, era assolutamente impraticabile in caso di pioggia. Ma il pentito era irremovibile. Fu cosi che mi inventai una sorta di ordine del giorno che sottoposi alla firma, dopo la mia, di altri 4 noti fumatori di sigaro toscano. Bossi, Di Pietro, Casini e Bersani. Un fronte trasversale. Da destra a sinistra. Il fumo non ha colori. Unisce tutti. Supera le ideologie. Va oltre! Nacque cosi a Montecitorio l'area fumatori. Uno dei due corridoi laterali al Transatlantico. Il Questore Mazzocchi fu autorizzato all'intervento, e la Sala Laboccetta, (così spero possa essere intitolata dopo la mia morte, spero non a causa del fumo) prese “vita”. È proprio vero, quando si è in procinto di superare momenti importanti meglio non privarsi di colpo di qualche profonda boccata. Alla proposta Feltri mi sento di inserire un emendamento. Si passi, come ha fatto chi scrive, da 40 Marlboro al dì, a qualche buon toscano. Ve ne sono di straordinari, e senza voler fare pubblicità indiretta, ne indico alcuni. Dal Presidente, all'Antica Tradizione, al 1492. Senza aspirare, solo gestualità. Ma aiuta tanto. E penso che possa tornar utile soprattutto se si è costretti a negoziare con i 5Stelle. Che, son prodotti inaffidabili e pericolosi. E non certo di qualità. Dalle mille controindicazioni. Abilissimi a farti restare con il cerino in mano. Suvvia, caro Matteo Salvini, sforzati, resta, ancor per qualche tempo in compagnia degli antichi fumatori di Amedeo Laboccetta

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