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Luigi Di Maio, rivolta nel M5s per la sua presa di posizione sulla Siria: "Roba da democristiano, ora basta"

Andrea Tempestini
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L'attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna in Siria complica maledettamente i piani di Luigi Di Maio. Già, perché il leader grillino dopo l'offensiva è stato costretto a smentire se stesso per l'ennesima volta. Dopo aver ripetuto in diverse in passato la sua contrarietà alla Nato, Di Maio ha dovuto piegare la testa. Certo, ha affermato di sperare che "l'attacco resti un'azione limitata e circoscritta", ma poi ha ribadito di voler "restare al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l'Ue deve avere la forza di farsi vedere compatta e unita". Insomma, Giggino pro-Nato e pro-Europa. Tutto e il contrario di tutto, come sempre. Leggi anche: Becchi: perché Di Maio rischia di fare la fine di Prodi Una presa di posizione che ha spaccato il M5s, con la base ortodossa che ha sfogato tutta la sua rabbia sul web, dove monta la polemica contro il leader al quale viene chiesta una condanna netta dell'attacco, in linea per esempio con quanto fatto dalla cosina rossa di Liberi e Uguali. Sui blog della galassia pentastellata gli attacchi piovevano copiosi: "Il M5s deve essere contro la guerra senza se e senza ma"; "Troppa ambiguità negli ultimi tempi"; "Quello di Di Maio è un discorso da democristiano, sveglia". E via dicendo. Il caso però non riguarda soltanto il web, ma anche il Movimento vero e proprio. Pur senza prese di posizioni ufficiali, l'ala ortodossa del partito - da Roberto Fico all'Alessandro Di Battista teoricamente fuori dei giochi - non ha gradito affatto la linea ufficiale sposata da Di Maio e dalla Casaleggio Associati. E il "premier" Giggino, in un momento particolarmente complesso, si trova sempre più solo.

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