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Nella Lega si temono i veti grillini su immigrati e infrastrutture

Cristina Agostini
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Il clima all'interno della Lega è peggiorato, "un conto sono i quattro amici al bar. Ma il governo del paese è un altra cosa...", si sfoga col Corriere della Sera un lumbard. Oggi sabato 12 maggio Matteo Salvini tornerà a vedere Luigi Di Maio per mettere a punto il "contratto di governo". Leggi anche: "Il tavolo di governo Salvini-Di Maio ora traballa". Giustizia a orologeria: Silvio, un sospetto atomico Da parte sua Forza Italia voterà solo sulla base del programma di centrodestra. E dunque la flat tax sì, ma il reddito di cittadinanza no. Ergo, sarà un governo fragile, forse troppo "per fare le cose" di cui parla da sempre il segretario leghista. E sull'immigrazione sembra che le posizioni di Salvini e Di Maio siano sempre più lontane. Il leghista di alto status riprende: "Ma quando noi vorremo fare i rimpatri sul serio, con tutta l'energia necessaria, siamo sicuri che loro non si impietosiranno? Questo ce lo devono dire con chiarezza. Ad oggi, noi non lo abbiamo capito". Infine, il capitolo "infrastrutture". Il problema, per la Lega è "che loro sono contrari a tutto. A tutto letteralmente. No tap, no tav, no a questo e no a quello... Ma noi possiamo accettare una cosa di questo genere? E poi con che faccia ci presenteremo agli italiani che lavorano e si aspettano che le cose siano messe in marcia?". 

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