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Sesso gay, la lobby dei preti italiani: almeno 50 i sacerdoti coinvolti

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Matteo Legnani
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"Sotto il saio sei nudo?". "Noo, troppo freddo". "E in estate?" "Pantaloncini". Uno scambio di battute sui social tra i più casti delle centinaia presenti nel dossier che Francesco Mangiacapra, l'ecort napoletano che in passato ha denunciato "don Euro", consegnerà alla procura di Napoli, affinchè poi ne informi tutte le procure interessate. Perchè il giro dei preti del sesso gay coinvolge almeno una cinquantina di toghe, tra sacerdoti, frati e seminaristi. Chat erotiche, ma anche sesso a pagamento, frequentazioni di locali omosessuali, sesso di gruppo a volte persino in luoghi di culto, per quella che appare come una vera e propria lobby gay all'interno della Chiesa italiana. Alcuni stralci delle conversazioni online (quelli meno hard) li pubblica oggi Il Fatto Quotidiano: c'è don M., parroco di un paesino della Basilicata, che è in chat con un seminarista che gli chiede: "E questa sega, quando la facciamo?". M: "Ora sono agli esercizi spirituali, non posso". Seminarista: "E quando, allora?". Don M. "Poi vediamo...". Poi c'è don G, parroco in provincia di Matera: "L'ultima volta davi segnali di piacere... Mi facevi impazzire" dice in chat a un altro seminarista. E quello: ""Siiii". Don G: "V. voleva scopare lunedì, ma io sono impegnato". Seminarista: "Lunedì? E dai rimanda...". Don G. "Ma c'è la festa in oratorio". E ancora: "Don C. è il parroco di una paesino di duemila abitanti in Calabria. Pure lui è in chat con un seminarista: "Tu hai Skype?" gli chiede. E Quello: "Sì". Don C.: "Se vuoi ci facciamo una sega in can che poi devo scappare Leggi anche: Sesso orale e anale, masturbazione: le lezioni porno del prete, ecco come dovete farlo...

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