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Giovedì 24 gennaio (ore 16) al Museo della Marineria di Cesenatico (via Armellini), l’Università per gli Adulti organizza la conferenza “La scuola nel periodo fascista” con relatore il prof Alberto Gagliardo dell’Istituto Storico della Resistenza di Forlì-Cesena.

Come per altri regimi totalitari, anche per il Fascismo la scuola rappresentò un valido strumento per insegnare nei giovani l’ideologia fascista. A tal proposito, nel 1930, fu introdotto nelle scuola un testo unico che aveva uguale contenuto in tutte le scuole d’Italia e dove veniva dato ampio spazio a ciò che il regime giudicava importante. In quegli anni furono anche inserite nuove materie d’insegnamento come la cultura militare e venne data sempre più importanza all’educazione fisica. Tutto era finalizzato a educare i giovani così come li voleva il regime fascista: forti fisicamente, disciplinati e pronti alla guerra.

Oltre che nelle materie scolastiche, il fascismo cercava di imporsi agli studenti con tutti i mezzi che aveva a disposizione: ad esempio le copertine dei quaderni spesso riportavano figure celebrative dell’ideologia fascista, dalla guerra in Etiopia allo sviluppo dell’aviazione militare, dalle grandi opere messe in atto dal governo.

Va anche ricordato che nel 1926 venne istituita per i ragazzi l’Opera Nazionale Balilla che aveva carattere parascolastico e paramilitare: con essa si intendeva “dare l’assistenza e l’educazione fisica e morale, ai giovani dagli 8 ai 18 anni. Impartire l’educazione religiosa, spirituale e culturale, lo sport, l’educazione militare e professionale”. In sostanza “trasmettere i valori del fascismo per il futuro dell’Italia”.

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