Il fallimento della Merlin

Sono passati più di 60 anni da quando in Italia entrò in vigore la legge Merlin, con cui nel 1958 il parlamento decretò la chiusura delle case di tolleranza, nel tentativo di porre fine al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, anche da parte dello Stato. Le norme in vigore prima di allora, varate nel 1923 dal regime fascista, prevedevano controlli periodici igienico-sanitari per la profilassi delle malattie veneree, accertamenti di tipo amministrativo e rapporti sull'ordine pubblico.

La legge Merlin è totalmente fallita. In Italia il giro d’affari della prostituzione è stimato in 25 miliardi di euro, con 9 milioni di clienti all’anno. Ci sono 70 mila persone che secondo la commissione Affari sociali della Camera esercitano la prostituzione. Quasi la metà sono immigrate, 2 mila sono minorenni e altrettante sono le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a vendersi. Dati incredibili perché il fenomeno è dilagante e riguarda anche gli uomini.

Che cosa si potrebbe fare? Da una parte trasformare la prostituzione in una professione legalmente riconosciuta come fanno in Olanda, ma anche in Svizzera e Austria. Dall’altra perseguire in maniera determinata lo sfruttamento, arrivando a comminare pene fino all'ergastolo per chi sfrutta i minori. Altrettanto importante proporre dei percorsi di reinserimento per chi vuole cambiare vita, perché chi cambia idea ha tutto il diritto di avere una possibilità di reinserimento dignitoso nella società.

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