Le donne: “Basta aggressioni squadriste”

Le donne di Lucca dicono no alle aggressioni. “Non Una di Meno di Lucca – si legge in una nota – rifiuta con forza qualsiasi narrazione che non chiami gli episodi accaduti questo fine settimana con il loro vero nome: aggressioni e violenza di matrice fascista. Negli ultimi mesi si sono susseguite dichiarazioni pubbliche da parte della destra lucchese sulla mancanza di sicurezza nella nostra città a causa di molestatori stranieri, con proposte di ronde cittadine per garantirne la sicurezza, per poi arrivare all’efferato attacco da parte degli ultras della curva lucchese, afferenti a questa destra, con spranghe e catene a tre donne, colpevoli di essere tifose della squadra avversaria”.

“Non giriamoci attorno. Sabato scorso è stata aperta nella nostra città l’ennesima sede di movimenti di stampo neofascista, inaugurata da Roberto Fiore, personaggio per il quale parla il lungo e articolato curriculum nello squadrismo nero e nei movimenti eversivi di estrema destra. Nessuna istituzione ha aperto bocca né ha contestato, come sarebbe stato giusto e opportuno fare, la sua presenza in città, così come la vergogna di ospitare in questa città sedi di movimenti neofascisti, portatori di istanze e pratiche violente e prevaricatrici,  continua a passare nella linea di un silenzio complice.  Poche ore dopo, un ragazzo è stato aggredito nel centro storico, riportando la frattura della mandibola e una prognosi di 30 giorni. Domenica poi, l’evento che finalmente sembra aver smosso un’opinione pubblica latente e distratta sul tema del fascismo in città: l’inseguimento e l’aggressione delle tre tifose dell’Arezzo Di fronte a tutto questo, il sindaco Tambellini e la sua giunta non proferiscono la parola fascismo e il questore si limita ad arginare la questione della sicurezza allo stadio, dichiarando che le donne vittime della selvaggia aggressione avrebbero dovuto seguire il percorso prestabilito di uscita dalla città.  Viene poi convocata una manifestazione che si erge moralmente contro la violenza, rigettando l’indifferenza; peccato che non si nomini mai la parola fascismo. Ci dissociamo con forza da questa lettura dei fatti. Il nostro femminismo è antifascista. Ribadiamo la nostra identità di donne che rivendicano autodeterminazione e libertà, saldamente ancorate ai principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo, della solidarietà e della giustizia sociale. Non abbiamo bisogno di difensori. Pretendiamo che il fascismo esca dalla cultura e dalla politica di questa città”.

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