Striscione fascista, 4 militanti di Forza Nuova indagati

Quattro esponenti di Forza Nuova, tra cui un segretario provinciale e un coordinatore regionale, sono indagati per apologia del fascismo per aver appeso nella corte di S. Alessio di fronte all’abitazione del sindaco Alessandro Tambellini uno striscione che inneggiava a Mussolini definito “unico cittadino onorario” (Leggi). Un gesto di protesta contro le politiche di accoglienza e apertura agli stranieri residenti a Lucca da parte della giunta di centrosinistra che risale notte tra il 21 e 22 novembre scorsi e che venne immediatamente rivendicato da Forza Nuova. Furono proprio il segretario provinciale Giovanni Damiani, 48 anni, di Lucca, e dal coordinatore toscano Leonardo Cabras, 28 anni, di Massa, che risultano entrambi indagati, i primi ad assumere la paternità dell’azione come Forza Nuova. Gli inquirenti però adesso ipotizzano una responsabilità personale per entrambi, tanto che sono accusati di apologia del fascismo. Nelle abitazioni di questi ultimi e del coordinatore di Fn per la Versilia, Michele Ghilarducci, gli uomini della Digos della questura di Lucca, diretti da Leonardo Leone, hanno sequestrato alcuni file, contenuti in pc e tablet, e hanno acquisito altro materiale che, per l’accusa, dimostrerebbe il loro ruolo attivo nella vicenda che in città provocò reazioni di sdegno e solidarietà al primo cittadino.

In mattinata è stata perquisita anche la casa di un quarto giovane militante, Eugenio Nardi, 30 anni, abitante ad Altopascio e volto nuovo di Fn. Anche lui è accusato di concorso nel reato, insieme agli altre tre.
“Unico cittadino onorario S.E. Benito Mussolini”, recitava lo striscione firmato Forza Nuova e subito rivendicato dal gruppo. Soltanto al mattino il sindaco venne informato da un vicino che nel frattempo aveva rimosso lo striscione e avvisato la polizia. Ma, stando a quanto ricostruito, lo striscione fu posizionato con dello scotch proprio davanti all’ingresso di casa di Tambellini attorno alla mezzanotte. Dopo aver completato il blitz, gli attivisti scattarono una foto, diffusa poi sui social e inviata ai media locali. E anche oggi il coordinatore regionale Cabras non ha esitato a commentare l’inchiesta della procura di Lucca su Facebook: “Indagatemi quanto vi pare – ha scritto postando un articolo sull’inchiesta che lo coinvolge -: amore e coraggio non sono soggetti a processo”.
Le indagini per risalire a lui e agli autori materiali del raid sono andate avanti per alcuni mesi. Ma già nelle prime fasi dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Giannino, la polizia era riuscita attraverso indagini tecniche a stabilire la presenza di tre dei quattro indagati sul luogo dove venne rinvenuto lo striscione. Fin dall’inizio, infatti, gli inquirenti si erano concentrati su alcuni esponenti di spicco a livello locale e regionale di Forza Nuova. Si trattava, del resto, delle stesse persone che avevano rivendicato e avallato il gesto dimostrativo a casa del sindaco.
Da questo, l’inchiesta ha preso le successive mosse fino ad arrivare alla piena identificazione dei quattro presunti responsabili: secondo la ricostruzione della procura, a Sant’Alessio quella notte si trovavano tre dei quattro indagati. C’erano, per la polizia, il segretario provinciale Damiani, il coordinatore della Versilia Ghilarducci e il militante di Altopascio. Ma l’operazione sarebbe stata approvata, stando a questa ricostruzione dell’accusa, dal coordinatore regionale Leonardo Cabras che è stato tra i primi a rivendicare l’azione, non solo attraverso un comunicato stampa ma anche sui social network, lasciando messaggi che non sono sfuggiti agli investigatori.
Nel blitz di questa mattina, la Digos ha sequestrato altro materiale che adesso sarà analizzato e passato al setaccio e potrebbe fornire altri elementi all’indagine, che si avvia alla conclusione.
Il raid di Forza Nuova era scattato come forma di protesta nei confronti dell’iniziativa dell’amministrazione comunale che aveva concesso a 38 bambini figli stranieri la cittadinanza simbolica della città. “Il consiglio comunale – aveva detto all’epoca il segretario provinciale Giovanni Damiani – pensi ai nostri connazionali in difficoltà e senza un lavoro invece che a queste pagliacciate”.
“È bene che questa classe politicante capisca che gli italiani sono estremamente stufi di loro e della loro amministrazione anti italiana – aveva aggiunto Leonardo Cabras, coordinatore toscano di Fn -. Per noi non esiste nessuna cittadinanza agli immigrati, tantomeno quella onoraria che non è altro che un grimaldello propedeutico alla sostituzione etnica programmata con lo Ius Soli: l’unica cittadinanza onoraria semmai spetterebbe a Sua Eccellenza Benito Mussolini”.
Parole che scatenarono giorni di polemiche e un acceso dibattito politico. Sulla questione fu convocato anche un consiglio comunale straordinario per esprimere solidarietà al primo cittadino. L’iniziativa finita nel mirino fu studiata e applicata per la prima volta nel corso della prima consiliatura guidata da Tambellini. Fu un progetto che già all’epoca fece discutere ma alla fine venne portato a realizzazione dall’amministrazione. L’idea di fondo è quella di riconoscere ai figli di seconda generazione degli stranieri residenti a Lucca un diritto di cittadinanza, seppure simbolico. Un tema inviso, invece, agli esponenti di Forza Nuova che lo hanno contestato.

Rob. Sal.

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