Centro antiviolenza, i casi aumentano del 27%

Aumentano del 27% in un solo anno le donne che si sono rivolte al centro antiviolenza Luna di Lucca, la maggior parte delle quali (72%) è italiana. Un quadro a tinte fosche, purtroppo, quello che emerge dai dati del centro dal gennaio all’ottobre scorso. La maggioranza delle donne che hanno subito violenze chiedendo aiuto o protezione rientra nella fascia di età 30/49 anni e la quasi totalità dei primi contatti sfocia in un percorso di sostegno e di uscita dalla violenza.
Ancora molto alto, inoltre, numero di minori che assistono alla violenza, per un totale di circa 200.
Nel dettaglio, secondo i dati raccolti dal 1 gennaio al 31 ottobre del 2018, si è riscontrato un aumento nel numero delle donne che si sono rivolte al Centro antiviolenza, rispetto all’anno passato.
Per la precisione i dati raccolti rilevano, fino ad ottobre 2018, un totale di 240 donne contro le 211 contate al 31 dicembre dello scorso anno, con un aumento del 27% circa.

La maggior parte (49%) delle donne maltrattate viene da Lucca, mentre tra gli altri Comuni è molto alta l’incidenza a Capannori (15%) e ad Altopascio (11%). In Garfagnana e Valle del Serchio la percentuale più alta di donne maltrattate si ha a Gallicano, paese di Vanessa, la ventenne uccisa dall’amico e la cui madre Maria Grazia Forli tanto si sta battendo contro le prevaricazioni di genere. Forse anche per l’opera di grande sensibilizzazione sempre più donne hanno deciso di reagire alle prevaricazioni e ai maltrattamenti. Quanto alla nazionalità, la maggior parte delle donne ha nazionalità italiana, il 15% viene da paesi fuori dall’Unione Europea e la maggior parte sono donne sposate, meno conviventi o divorziate. 87 donne su 240, nel dettaglio, risultano coniugate, 60 nubili e 31 separate; di minor numero sono le donne che convivono, quelle divorziate e quelle vedove. Per quanto riguarda l’età, i dati mostrano che la percentuale maggiore delle donne afferite al Centro Antiviolenza appartiene alla fascia di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Il 45% delle donne non vive con il maltrattante, al momento in cui si presentano al Centro antiviolenza. In percentuale minore (39%) sono risultate le donne che in primo colloquio riferiscono di vivere col maltrattante.
Molte delle donne accolte hanno una formazione media superiore, numerose media inferiore e sono in crescita, invece, le donne che hanno una laurea. La maggior parte delle donne che contattano il centro, (71), chiedono assistenza psicologica, alcune (57) semplice ascolto, altre (31) informazioni e (23) consulenza legale. Il 43% delle donne afferite al centro sono vittime di violenza fisica, il 22% di tipo psicologica.
Ad oggi i figli coinvolti sono 274, di cui circa 200 vittime di violenza assistita.
Il codice rosa. Il codice rosa è un percorso speciale di accoglienza al pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza. Non solo donne, ma anche anziani, bambini, disabili, omosessuali ed immigrati; persone che,quindi, si possono trovare in una situazione di debolezza e vulnerabilità ed i cui segni di violenza subita non sempre risultano evidenti. Nel nostro caso, le donne che hanno fatto accesso al codice rosa, al 31 ottobre 2018, sono 94, di cui 37 seguiti dal centro.
Le case rifugio. Dal 2008 l’associazione Luna offre il servizio di Case rifugio (Car) sul territorio del comune di Lucca, offrendo ospitalità a donne in difficoltà assieme ai loro figli e alle loro figlie. Il servizio si articola su una casa per le accoglienze in emergenza, una casa per lo sviluppo dei percorsi di uscita delle donne, e case per progetti di semi-autonomia delle donne in uscita. Il servizio è rivolto a donne maggiorenni italiane e straniere che subiscono, o che abbiano subito, violenza di genere con o senza figli di età compresa tra 0 e 14 anni. Nella tipologia non rientrano persone che presentano patologie psichiatriche, gravi handicap fisici e mentali, tossicodipendenze, alcolismo o vittime di tratta a scopo di prostituzione. Nelle case viene programmata la presenza di una o più operatrici per 12 ore giornaliere dal lunedì al sabato e una reperibilità telefonica nei giorni festivi sia per accoglienze in emergenza sia per emergenze rilevate dalle ospiti. Il servizio include: prima accoglienza, colloqui di valutazione, inserimento nella casa ed elaborazione di un progetto personalizzato di uscita dalla violenza, co-costruito dalla donna, dai servizi sociali che hanno in carico il nucleo e dalla responsabile del Centro Antiviolenza. Il tempo di permanenza può variare da pochi giorni a 6 mesi, periodo prorogabile sulla base del progetto individuale della donna, dalla messa in sicurezza all’uscita dalla situazione di maltrattamento (percorso psicologico individuale, inserimento lavorativo, sociale e abitativo). Qui di seguito riportiamo alcuni dati relativi alle due case rifugio gestite dal centro. Variegate le età: 15 donne su 26 ospitate hanno dai 30 ai 39 anni, 7 dai 19 ai 29, 2 dai 40 e i 49 e 2 dai 50 ai 59. Da aggiungere che l’85% delle donne, al momento della messa in protezione, viveva con il maltrattante; solo il 15% non viveva con l’uomo che esercitava su di loro violenza.
Le risorse. Il centro antiviolenza di Lucca vive essenzialmente di volontariato e di contributi e donazioni di vario genere; fino ad ottobre del 2018, il 75,88% delle risorse economiche provengono dai contributi dei servizi territoriali provenienti dalle donne, il 19,29% dai contributi regionali ministeriali, il 4,17% da donazioni e solo lo 0,66% dal 5×1000.
Le donazioni sono preziose per il Centro, perché permettono la realizzazione e la messa in atto di progetti molto importanti pensati per le donne accolte; una delle più grandi novità del 2018 è, infatti, conseguenza di una donazione: è stato possibile creare un laboratorio di sartoria per le donne assistite, con sede legale Palazzo Micheletti, concesso in comodato d’uso dalla Fondazione Cassa di Risparmio, a sua volta ricevuto in donazione dalla precedente proprietaria Pina Micheletti.

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