Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Santa Maria maggiore a Bergamo
Pur fortemente alterata, specialmente nell'interno, la basilica di S. Maria presenta caratteristiche di notevole interesse. Risalente agli anni tra il 1137 ed 1185 (anno in cui fu consacrato l'altare) la chiesa presenta interessanti protiri aggiunti nei secoli XIV e XV.
La chiesa presenta una pianta basilicale con singola abside orientale al livello della navata centrale. I bracci del transetto, eccedente, sono dotati di absidi orientali e occidentali contrapposte, caratteristica questa non molto comune in Italia.
L'abside è scandita da archi ciechi su semicolonne che contengono alte monofore dallo strombo a fascio di colonnine.
Le colonne hanno bei capitelli, scolpiti con buon senso plastico.
L'abside è coronata da una loggia su colonne coperta da volte a botte radiali.

I capitelli sono a decoro vegetale con l'eccezione di uno che raffigura gli angeli con le trombe del giudizio.

Un fregio a lapmette e denti di sega delimita in alto la loggia.
Un altro fregio, di derivazione classica, funge da cornicione in basso.
Nel pennacchio tra due degli archi ciechi si trova un ritratto all'interno di un clipeo, originariamente identificato da una scritta ora illeggibile.
L'abside orientale del transetto destro, parzialmente nascosta da un edificio, ha una struttura decorativa analoga a quella principale.
Il fregio che costituisce il cornicione della loggia è costituito da nastri intrecciati che formano tondi ospitanti animali affrontati.
Su una delle colonne che supportano gli archi ciechi si trova un bel capitello raffigurante il sacrificio di Abramo.
Sul transetto sinistro troviamo un'altra abside del tutto simile.
Il transetto destro ha un portale preceduto da un superbo protiro di Giovanni da Campione, risalente al 1367.

A sinistra si può osservare l'unica abside occidentale rimasta. In generale tutta parte occidentale dell'edificio, più tarda, presenta un'esecuzione meno accurata della porzione orientale.

Il tiburio, rimaneggiato nel '600, si presenta movimentato da una loggia e da un campaniletto.
Il protiro gotico precede un portale romanico a fascio privo di lunetta ed architrave. Lo strombo presenta una notevole varietà dovuta all'alternarsi di colonnine e riseghe di profilo e materiali diversi.
Sul blocco capitellare destro si distende una sequenza di scene non identificabili. I personaggi, quasi tutti decapitati, hanno uno stile che li avvicina alla bottega nicolaesca di Piacenza.
Il lato opposto non è figurato: una decorazione a palmette continue lega tra loro i componenti dello strombo.
La colonna centrale ha una decorazione sperficiale costituita da coppie di animali affrontati all'interno di un reticolato costituito da un tralcio.
Il protiro campionese è sostenuto da due ordini di colonne, quelle esterne sorrette da leoni stilofori...
...quelle interne da due telamoni, un uomo ed una donna, inginocchiati.
Eleganti capitelli fogliati sorreggono le mensole che sorreggono l'arcone del protiro.
Le mensole sono costituite da elementi finemente scolpiti con rilievi reinterpretati con un gusto gotico che li rende di una sensibilità laica.
Draghi ed esseri mostruosi su quella di destra.
Scene di caccia sulla mensola sinistra.
Il protiro è coronato da un rilievo raffigurante, all'interno di nicchie, Cristo contornato da santi.
Sul lato destro alcune formelle raffigurano probabilmente gli scultori e decoratori che contribuirono all'elevazione dell'opera.
Al di sopra del protiro si trova un'edicola gotico fiammeggiante di gusto spiccatamente francese.
Sulla testata del transetto si trova un altro mirabile protiro di Giovanni da Campione, risalente al 1353. L'eleganza delle forme e degli accostamenti cromatici ne fanno un capolavoro dell'arte campionese.
Il protiro è sostenuto da colonne sorrette da leoni stilofori in marmo veronese.
I leoni sono raffigurati in piedi con molte figure di esseri umani e di animali (tra cui dei cuccioli) che si agitano intorno al loro.
Sulle testate delle mensole che sorreggono l'arcone è raffigurata l'Annunciazione.
L'archivolto dell'arcone è percorso da un fregio raffigurante in maniera vivace delle scene di caccia; sulla parte esterna un rilievo polilobato scolpito a giorno aumenta l'eleganza dell'insieme.
Anche in questo caso si perdono i significati simbolici dei rilievi che diventano scene di genere.
La volta dell'arcone è decorato a losanghe di colori diversi.
Molto ricca è la decorazione degli strombi, finemente scolpiti nei loro componenti.
Sullo stipite più interno, all'interno di formelle, si susseguono scene di caccia.
Sul secondo stipite delle figurine sono inserite all'interno di strette nicchie. Particolarmente interessanti sono quelle raffiguranti i soldati delle milizie.
Lo stipite più interno, in marmo veronese, è decorato da una serie di ritratti all'interno di riquadri.
Al di sopra del protiro una loggia contiene tre statue di cui quella centrale rappresenta Sant'Alessandro a cavallo.
Ancora al di sopra, all'interno di un'edicola, si trova la Madonna col Bambino affiancata da due sante.
Rimane da segnalare il portale posto nei pressi dell'abside settentrionale, sempre attribuito a Giovanni (intorno al 1360); nella lunetta il rilievo con la nascita del Battista.
Sul lato settentrionale della navata è stato addossato nel 1476 l'edificio contenente la tomba di Bartolomeo Colleoni, capitano di ventura al servizio della Repubblica Veneta.

Si tratta di un'opera dell'Amadeo che evidenzia il permanere nel Rinascimento lombardo dello stesso gusto per la decorazione sovraccarica e per il cromatismo già presenti nel vicino protiro.

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