Da dove viene l’acqua che ha reso possibile la vita sul nostro pianeta? Ancora oggi non esiste una risposta univoca a questa domanda. Fino a qualche anno fa, l’ipotesi più accreditata era che il prezioso liquido fosse arrivato sulla Terra grazie alle comete, e in particolare al loro nucleo ghiacciato. Successivamente – si spiega su Global Science – alcuni scienziati hanno iniziato a pensare che l’acqua sia giunta sulla Terra già durante i primi stadi della sua formazione, portata dagli asteroidi della cintura situata tra Marte e Giove.
Ora una nuova ipotesi è stata proposta da due scienziati dell’Università di San Paolo in Brasile e del Cnrs francese, in un articolo appena pubblicato sulla rivista Icarus. Gli scienziati hanno costruito un modello computazionale in grado di applicare la legge di gravitazione universale newtoniana a oltre 10.000 corpi in interazione l’uno con l’altro, con l’obiettivo di ricostruire il passato acquoso del nostro pianeta. “I nostri risultati – dice André Izidoro, della Scuola di Ingegneria dell’Università di San Paolo – escludono l’idea per cui la Terra avrebbe ricevuto tutta la sua acqua a seguito dell’impatto con comete. Questo fenomeno è avvenuto, ma più avanti nel tempo e in percentuali meno significative. Invece noi pensiamo che la maggior parte dell’acqua provenga dalla regione attualmente occupata dall’orbita terrestre, prima che il pianeta fosse formato.”
La nascita della Terra è datata tra 30 milioni e 150 milioni di anni dopo la nascita del Sole. “Quando questo è accaduto – continua il ricercatore – la regione del disco di formazione terrestre già conteneva grandi quantità di acqua. Secondo il nostro modello, i ‘portatori’ di quest’acqua sono stati i planetesimi prodotti da Giove e Saturno durante la loro evoluzione.” I planetesimi sono piccoli oggetti rocciosi alla base della formazione dei pianeti, degli asteroidi e dell’intero sistema solare: sarebbero dunque questi copri celesti primordiali i veri responsabili dell’origine dell’acqua, e quindi della vita, sul nostro pianeta.
