Armonia, equilibrio, correttezza: dai chirurghi plastici italiani la definizione di chirurgia estetica

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La chirurgia estetica è aspetto della chirurgia plastica rilevante e delicato. Dal taglio del bisturi non si torna indietro e per questo il chirurgo plastico estetico deve costruire con il paziente un rapporto profondo e corretto, senza instillare il bisogno di correggersi o modificarsi. Queste esigenze devono essere liberamente espresse da un paziente informato e consapevole, per essere accolte ed eventualmente ridimensionate – all’insegna dell’effettiva realizzabilità – dal chirurgo.

Ecco, in estrema sintesi, i risultati del sondaggio somministrato dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE ai propri soci, la maggioranza dei chirurghi plastici del nostro Paese.

Si parla tanto di chirurgia estetica, di persone che vi fanno o vi hanno fatto ricorso, ma in realtà le idee su cosa sia e a cosa serva la chirurgia estetica sono molto confuse – dice Adriana Cordova, presidente SICPRE -. Per questo abbiamo chiesto ai soci di rispondere al questionario, per definire dalla parte degli specialisti i confini questa branca della chirurgia plastica, perché si possa con chiarezza distinguere la professionalità medica dalla cialtroneria”.

Il giusto atteggiamento del chirurgo plastico

I  risultati del sondaggio evidenziano quale debba essere il corretto atteggiamento del chirurgo plastico verso il paziente. “In estrema sintesi, il contrario dell’atteggiamento di chi vuole ‘vendere’ o convincere”, dice ancora Cordova.

Il 100% dei rispondenti ha infatti indicato no alla domanda “È giusto instillare il bisogno del paziente”. Più variegate le posizioni espresse di fronte a “In quali occasioni il chirurgo estetico deve sconsigliare un intervento”: per il 47%, quando avverte mancanza di consapevolezza nel paziente, per il 42% quando sa che non si potrebbero raggiungere i risultati sperati, per l’11% quando l’intervento richiesto non ha la finalità di un miglioramento fisico e/o psichico.

Alla domanda “Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un chirurgo plastico serio”, il 38% ha indicato la capacità di ascoltare il paziente ed, eventualmente, dirgli no; il 32% la scrupolosa esposizione dei pro e contro insiti in ogni intervento e infine il 30% il ricordare sempre di essere un medico chirurgo e di essere pertanto tenuto alla massima primum non nocere.

La deontologia tra pubblicità e sicurezza

Alla domanda “Chirurgia estetica e pubblicità: che tipo di restrizioni sarebbero accettabili”, il 67% ha indicato evitare pubblicità troppo commerciali che esplicitano costi, sconti e offerte speciali, il 18% evitare di pubblicizzare le tecniche o i dispositivi utilizzati, il 15% evitare di reclamizzare interventi specifici. Ancora, al quesito “È giusto reclamizzare il chirurgo e le sue abilità, piuttosto che i singoli interventi” il 63% ha risposto no e il 37% sì.

In tema di sicurezza, la preparazione del medico e le caratteristiche degli ambulatori sono fondamentali. Per il 53% è importante che il paziente verifichi che il professionista sia Specialista in Chirurgia Plastica, per il 31% che l’ambulatorio sia autorizzato per quel tipo di intervento, per il 16% il consiglio del medico curante e la consultazione della società scientifica di riferimento.

Ancora a proposito della sicurezza degli ambulatori, l’indicazione formulata dal 51% dei rispondenti è quella di diffondere le norme esistenti, mentre il 49% suggerisce di segnalare le strutture non adeguate alle autorità competenti.

Che cos’è la bellezza? Armonia ed equilibrio

Per la stragrande maggioranza dei chirurghi plastici della SICPRE, la bellezza è armonia ed equilibrio (ha risposto così il 76%, mentre il 15% ha indicato integrità anatomica e il 9% valorizzazione dei punti di forza).

E, per almeno il 70% dei rispondenti, non si può parlare di chirurgia estetica quando – come succede con il laser, i filler e il botox – non si utilizza il bisturi.

In tutti i casi, però, si tratta di pratiche da affrontare con la massima serietà, all’insegna della sicurezza. “Nel nostro lavoro le parole d’ordine sono e devono essere ‘forma’ e ‘funzione’ – spiega Cordova – due aspetti di cui tener conto contemporaneamente e in modo equilibrato. Vuol dire creare forme coerenti con la funzione a cui dovrebbero assolvere”. Insomma, armonia ed equilibrio.

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