CASTELLAMMARE DI STABIA – «Le indagini hanno svelato che a Castellammare tutti pagano il pizzo, almeno tre volte l’anno. Gli investigatori sanno chi, dove e quando paga. Ma le denunce sono pari a zero». Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa, lancia l’allarme nell’ambito di un convegno organizzato nel Circolo della Legalità per approfondire le ultime vicende legate all’operazione Olimpo. In sala, nel bene confiscato alla camorra, ci sono il sindaco Gaetano Cimmino, l’assessore Gianpaolo Scafarto, il consigliere comunale Andrea Di Martino, l’ex primo cittadino Antonio Pannullo, i rappresentanti di diverse associazioni. «Ma manca la gente, che dovrebbe essere la vera protagonista di questo movimento contro i poteri criminali che condizionano Castellammare», dice Luigi Cuomo. Un’omertà che rende più forte la criminalità organizzata, che continua a imporre la sua legge nonostante le inchieste. Una gabbia che frena anche qualsiasi possibilità di sviluppo. Il presidente di Sos Impresa si sofferma proprio su questo aspetto: «Ogni volta che si paga il pizzo si rafforzano i clan, anche gli inquirenti spesso prescindono dal rapporto con la gente – dice – Gli imprenditori sani devono capire che denunciare conviene. Come Circolo della Legalità non ci tiriamo indietro e infatti abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione con il Comune per combattere l’usura e il pizzo che sono purtroppo diffusi fra Castellammare e i Comuni dei Lattari». Ma Cuomo ne ha anche per la politica: «Che per anni si è lasciata condizionare, mentre dovrebbe guidare la città ed essere protagonista di questa battaglia di liberazione dalla camorra». Per il sindaco Cimmino affari come quelli della riconversione dell’area Cirio sulla quale sta indagando la Procura della Repubblica di Torre Annunziata «sono anche responsabilità della politica che non decide – dice – In una città senza regole, un imprenditore si barcamena come può per realizzare il proprio interesse. In via De Gasperi ci sono anche i progetti per la riconversione dei molini Daunia e l’ex Stella Maris, durante la scorsa amministrazione ho fatto una battaglia in commissione consiliare perché sostenevo che la politica doveva intervenire nella monetizzazione degli standard urbanistici». Una ricostruzione che non convince Andrea Di Martino, consigliere comunale di Stabia Hub: «Nel 2010 le regole c’erano, poi sono state stravolte – dice – E’ legittimo, dal punto di vista politico, bocciare una delibera. Poi però dobbiamo vedere se ci sono dei motivi che vanno oltre legalità dietro quegli interessi». Ma il primo cittadino tocca anche il tema dell’assenza della gente: «Per lungo tempo gli stabiesi hanno bussato a Palazzo Farnese senza avere risposte – dice – La gente si muove se le istituzioni fanno la loro parte. L’esempio lampante arriva dall’episodio avvenuto nel rione Savorito nella notte dell’Immacolata: in quel quartiere le persone pensano che il boss della zona gli può risolvere il problema della buca in strada, dell’erba alta». Per il sindaco di Castellammare: «La camorra si combatte eliminando le zone d’ombra che ci sono in questa città – dice – Per farlo dobbiamo far capire che le istituzioni ci sono e quando collaborano raggiungono dei risultati». Ma Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa, ricorda che «purtroppo nelle carte delle ultime inchieste si racconta che spesso la politica non ha avuto la forza, il coraggio e la dignità di tenersi lontana dalla criminalità, spesso si è fatta attraversare. Generare la sfiducia nei cittadini indebolisce qualunque azione, anche la più meritevole, di buona amministrazione – spiega – Anche la politica e le istituzioni devono ritrovare la loro autorevolezza».
Vincenzo Lamberti