Segnali di disgelo commerciale tra Usa e Cina, Nikkei +0,35%

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Borse asiatiche in recupero ad eccezione di Shanghai. I mercati azionari mostrano timidi rialzi sulla scia dei segnali di distensione tra Stati Uniti e Cina sul dossier dei dazi. Le due potenze mondiali a fine mese riprenderanno a negoziare per la prima volta da inizio giugno. E lo faranno a Washington, dove Pechino invierà una delegazione.

Il ministero del Commercio cinese ha comunque ribadito di opporsi all'unilateralismo e al protezionismo in tema commerciale, aggiungendo però come la Cina resti aperta a trattative e negoziati basati su uguaglianza e integrità. "La ripresa dei negoziati commerciali, interrotti a inizio giugno, tra Stati Uniti e Cina è una cosa buona, ma Pechino non sottovaluti la fermezza e la disponibilità" del presidente americano, Donald Trump "a lottare" per avere la meglio nello scontro fatto a colpi di dazi, ha detto ieri Larry Kudlow, consigliere economico della Casa Bianca.

Intervistato su Cnbc, Kudlow ha spiegato che "è meglio parlare che non parlare" e che Trump "è determinato a trovare una soluzione". Tuttavia, gli Stati Uniti chiedono alla Cina cose già note: il venire meno delle barriere commerciali e dei furti di proprietà intellettuale. Parlando della congiuntura Usa, Kudlow ha dichiarato che "il boom economico, in cui nessuno credeva, non è finito".

Scorrendo i listini, l'indice Nikkei della borsa di Tokyo al termine degli scambi registra un progresso dello 0,35% a 22.270 punti. Bene Hong Kong con l'indice Hang Seng che guadagna oltre mezzo punto percentuale. In territorio positivo anche Seoul che sale dello 0,31% e l'azionario di Mumbay con un progresso dello 0,70%. In controtendenza Shanghai con l'indice principale in flessione dello 0,39%.

Euro poco mosso. La valuta europea resta sotto quota 1,14 contro il dollaro attestandosi a 1,1378. L'euro è sostanzialmente stabile anche nei confronti dello yen a 126,128. Mentre la lira scambia a 5,81 sul dollaro dopo che gli Stati Uniti hanno fatto sapere che sono pronti ad aumentare le sanzioni contro la Turchia affinché il pastore evangelico, Andrew Brunson, sia liberato.

Nel corso di una riunione della squadra di governo alla Casa Bianca, ieri il segretario al Tesoro ha spiegato di essere "pronto" ad agire punendo Ankara. La settimana scorsa il presidente, Donald Trump, aveva annunciato un raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio turchi, a cui il leader turco, Recep Tayyip Erdogan, ha risposto annunciando dazi su vari articoli Made in Usa tra cui alcolici e auto.

Sempre ieri, la Casa Bianca ha chiarito che quei dazi sui metalli resteranno in vigore anche se il pastore dovesse essere liberato; è tenuto prigioniero da quasi due anni perché accusato di avere partecipato al fallito tentativo di colpo di stato del luglio 2016, tesi respinta da Washington che da sempre ne chiede una liberazione immediata.

Anche il prezzo del petrolio è poco mosso. Il future sul Wti si attesta a 65,43 dollari al barile con un marginale calo rispetto alla chiusura negli Stati Uniti. Stabile anche il future sul Brent che si mantiene in area 71,35 dollari. 

Wall Street ha chiuso la seduta di ieri in rally. Per una volta la crisi turca è stata ignorata con gli investitori che hanno preferito concentrarsi sui segnali di disgelo commerciale tra Usa e Cina. Alle speranze per un raggiungimento di un accordo che farebbe venire meno i timori di un rallentamento dell'economia globale provocato dai dazi fino ad ora introdotti dalle due nazioni (e non solo), si è aggiunto il rally di Walmart, protagonista della giornata migliore dal novembre 2017 con un +9,3% a 98,64 dollari.

Il colosso americano del retail ha messo a segno le migliori vendite trimestrali Usa da oltre 10 anni e le sue attività online hanno registrato un boom. La corsa di questo titolo ha permesso al Dow Jones Industrial Average di mettere a segno la giornata di scambi migliore dal 10 aprile (+1,67% a 25.581,51 punti) e all'S&P 500 dal 25 luglio (+0,79% a 2.840,69). Anche la trimestrale di Cisco (+2,96%), il gigante delle attrezzature di rete, ha contribuito a sostenere l'azionario.