Arcigay e Pd dentro le scuole con lezioni sul sesso e la religione islamica

Milano

Milano 2 Novembre – Un ciclo di «lezioni» dell’Arcigay nelle scuole medie e un incontro con la consigliera comunale del Pd Sumaya Abdel Qader. Molti genitori probabilmente all’oscuro di tutto, altri comprensibilmente arrabbiati. E ora i «progetti» dell’istituto comprensivo Sandro Pertini di via Thomas Mann diventano un caso politico e istituzionale su cui intervengono il municipio 9 e la Lega, che vuole discuterne in Consiglio comunale. Quale sia il contenuto degli incontri tematici degli alunni con Arcigay lo si può dedurre facilmente da una foto del gruppo Scuola della associazione, che ritrae la classica lavagna scolastica in cui è stato disegnato uno schema, dedicato alla «identità sessuale», che indica le variabili biologiche e di orientamento sessuale. «Anche oggi all’istituto Sandro Pertini arcobaleni per tutti» annunciavano con legittima soddisfazione gli attivisti del gruppo Scuola», il tutto mentre il ministro dell’Istruzione aveva escluso che nelle scuole italiane sarebbero entrate le cosiddette «teorie gender». Come sia saltato fuori il corso delle Pertini – appena concluso ma a quanto pare già andato in scena anche in altrove – lo si capisce scorrendo le circolari della dirigenza scolastica, che fanno riferimento a un progetto di «educazione alle differenze, all’inclusione e alla cittadinanza». Una lettera inviata il 13 settembre a docenti e genitori spiegava che nell’ambito di questo «progetto educativo» sarebbe stato trattato fra l’altro, il tema del contrasto al bullismo omofobico e il ruolo della donna nella cultura islamica. La lettera chiedeva di manifestare «l’eventuale non adesione» entro la fine del mese e rendeva noto che il progetto si sarebbe avvalso del contributo degli «esperti volontari del gruppo Scuola dell’Arcigay» e della «scrittrice Sumaya Abdel Qader». Quella che la scuola definisce scrittrice però, in realtà è più nota (a tutti) come consigliera comunale del Pd ed è anche una ex dirigente del coordinamento dei centri islamici milanesi, il discusso Caim. Di queste informazioni evidentemente non era a conoscenza la dirigenza scolastica, che, appena messa al corrente di questa dichiarata militanza politica e di questo forte connotato ideologico-religioso, ha deciso di annullare l’incontro, ufficialmente per «sopravvenuti impedimenti».

In ogni caso il pasticcio è fatto e su questo intervengono sia l’assessore alla Scuola di Zona 9 Deborah Giovanati sia il consigliere comunale della Lega Massimiliano Bastoni. «Io – spiega l’assessore municipale – insisto sul fatto che i genitori devono essere informati di queste iniziative, non basta una circolare, serve una presa di visione esplicita. Inoltre ritengo che la scuola debba avere interlocutori professionisti e mi chiedo che qualifica abbiano questi per parlare con dei ragazzi. Non vorrei che con la scusa del bullismo si facessero passare altri concetti, e questo lo direi anche nel caso di un progetto di segno opposto». «È scandaloso – attacca Bastoni – che vengano insegnate ai bambini cose simili. Non perché io pensi che l’omosessualità vada contrastata o non tutelata, ma lasciamo stare i bambini. Il punto è che queste non sono materie di insegnamento, sopratutto in questa fascia di età, e non si capisce la necessità che lo siano, in secondo luogo i genitori non erano stati adeguatamente informati. Evidentemente c’è la volontà di qualche gruppo di entrare nel mondo scolastico, con teorie che il ministro peraltro aveva escluso. Chiederemo al sindaco se è a conoscenza di tutto ciò e quali siano le sue intenzioni nei confronti di queste scuole».

Alberto Giannoni (Il Giornale)

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