“Ho fame. Ho freddo”: un voto per cancellare la povertà degli italiani

Attualità

Milano 3 Marzo – Fatti di cronaca che denunciano una povertà diffusa e irrisolta. A Padova, riferisce Tg.com, una nonnina è svenuta in un supermercato di periferia. La donna, 75 anni, ha accusato un malore ed è stata subito soccorsa da un medico presente per caso nel negozio. Agli altri clienti che l’hanno aiutata, l’anziana ha spiegato di aver fame ma di non poter comprare nulla perché i soldi della pensione non le bastano. Drammatico il racconto della 75enne che dice di avere una casa ma di non potere accendere il riscaldamento.

L’anziana vive con la pensione minima che però non basta ad arrivare alla fine del mese. E così per poter risparmiare è costretta a tagliarsi i servizi primari, come il riscaldamento. E in un periodo così gelido per affrontare le basse temperature la nonnina usa diversi stratagemmi, come quello di indossare tanti vestiti. “Mangio poco, non posso permettermi quasi nulla e così non ho più le forze”, ha detto a chi l’ha soccorsa dopo lo svenimento nel supermercato.

A Milano ai può perdere il lavoro, la casa e la speranza di una vita normale: è successo a Claudio, 55enne, che ora dorme in una tenda a 300 metri dal Duomo. Il senzatetto ha parlato ai microfoni di Mattino Cinque per raccontare la propria storia: “Preparo la tenda per le 20 e posso dormire per le 21 perché chiude il negozio e così posso riposare fino alle 6.30 di mattina”. Pensando al passato Claudio ricorda: “Prima facevo il gommista. Eravamo 3 italiani ma l’azienda ci ha licenziato uno per uno e ha preso degli stranieri. Noi prendevamo 14 euro all’ora, loro invece ne prendono 6”. Claudio saltuariamente fa le pulizie in un condominio, altrimenti vive della carità delle suore, ma non riesce a guadagnare più di 50 euro al mese: “Non va bene come vita – racconta rassegnato – ti chiudi dentro questa tenda e aspetti che arrivi la mattina, è tutto qua”.

La morte dei clochard non fa quasi più notizia. E il silenzio che circonda la loro disperazione è diventato statistica, numeri di una civiltà incivile e vergognosamente ingiusta.

Pensare ad una rivoluzione culturale che metta in primo piano un progetto di attenzione per i poveri e gli ultimi italiani è doveroso, al di là di un’ideologia per un mondo perfetto che non esiste.

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